Roberto Orlando | |
|
Tempo di lettura: 3 minuti
Da Taranto sono passati dei calciatori che durante loro avventura rossoblu difficilmente gli si prospetterebbe un futuro radioso, affianco ai grandi campioni della serie A, figurarsi a immaginare che proprio questi diventino protagonisti della massima serie!
Escalation incredibili di calciatori che hanno vissuto la propria parentesi tarantina come fulmini, lasciando però un segno indelebile come cicatrici. Magari a Taranto, nonostante le tante buone prestazioni, questi giocatori sono stati anche criticati, perché si sa, allo Iacovone ci sono tifosi di bocca troppo buona per calarsi nella realtà pallonara nostrana e crede che in campo ci siano calciatori appena usciti da una playstation. Poi accade che questi calciatori tanto vituperati vadano via, magari perché chiamati in serie B o in serie A e, cosa molto probabile, al loro posto arrivi uno “scarparo” come si dice a Taranto, attaccanti che con la porta hanno soltanto rapporti platonici. E allora ci si trova a rimpiangere il bel tempo che fu...
Questa sembra la storia di “tavulone” Riganò, attaccante di razza che in due sole stagioni in rossoblu ha segnato 41 reti in 64 partite, diventando il migliore marcatore rossoblu degli ultimi quarant’anni.
Christian Riganò
La squadra appena ripescata in serie C2 dopo tre anni nei Dilettanti cerca lo slancio per tentare il doppio salto e l’allora patron Pieroni porta a Taranto questo ragazzone siciliano sconosciuto ai più, tale Christian Riganò da Lipari, ex muratore, che a 26 anni approda per la prima volta al professionismo. Il bomber di Lipari si farà conoscere dai supporters rossoblu già alla seconda giornata, realizzando una tripletta contro il Giugliano. Ormai tra i tifosi e Rigagol (altro soprannome del bomber) è amore puro, ma come ogni amore che si rispetti è fatto anche di litigi. Riganò è attaccante che ha bei colpi, cinico di testa e di piede, che li in attacco lotta su ogni palla. Ma il Taranto del primo scorcio di stagione non è continuo, alle vittorie casalinghe si alternano brutte sconfitte in trasferta. Ma le passioni bruciano e Riganò si eleva ad idolo della nord con il gol vittoria contro i rivali di quegli anni, il Campobasso. Nel girone di ritorno il bomber sigla un’altra tripletta (al Sant’Anastasia) e a fine stagione, culminata con la promozione in C1 il suo bottino finale è di 14 reti. L’anno successivo il bomber di Lipari si scatena: nelle prime nove giornate sigla altrettante reti, tra cui il gol vittoria contro il Catania, rivale per la promozione. La serie B, però, quell’anno sfumerà ai play-off proprio contro i siciliani e Riganò verrà anche contestato per il mancato impegno durante la finale di ritorno. L’avventura di Riganò a Taranto finisce nell’estate del 2002, ad attenderlo c’è la Florentia Viola, squadra con cui arriverà fino alla serie A, grazie soprattutto ai suoi gol (57 in tre stagioni). In serie A Riganò giocherà ad Empoli, Messina e Siena, con la parentesi al Levante, nella Liga spagnola. La carriera di Riganò finisce nelle serie minori: Ternana e Cremonese in Lega Pro fino al Montevarchi, Seconda Categoria toscana.
In toscana anche adesso Riganò viene seguito dai tifosi viola nelle sue avventure di fine carriera e, nonostante l’anno della serie C rappresenti una parentesi poco gloriosa nella storia viola, gli ultras sanno che se sono tornati nel calcio che conta è anche grazie ai gol di Christian. Pochi anni, tanti gol, una passione che esplode e un ricordo indelebile: a Taranto come a Firenze Rigagol è stato questo. La storia e il ricordo di un’avventura travolgente, da rileggere con le lacrime agli occhi.