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'Penso quindi gioco', l'autobiografia di Andrea Pirlo

'Due Calci in Libreria', dalla rubrica di Angelica Grippa
   Angelica Grippa

22 Marzo 2020 - 19:09

Tempo di lettura: 4 minuti

Ero in area, in apnea. Ho preso la palla, pesava quanto la pressione che mi stava schiacciando…Accarezzare il pallone è stato un gesto dovuto, alzare gli occhi al cielo una richiesta di aiuto, perché se Dio esiste non può essere francese. Ho sospirato. Un sospiro lungo, intenso. Quel respiro profondo era il mio, ma poteva essere dell’operaio che fatica ad arrivare alla fine del mese o dell’imprenditore ricchissimo e un po' stronzo o dell’insegnante o dello studente o dei vecchi emigranti che in Germania non ci hanno lasciati soli o della sciura milanese o della puttana all’angolo della strada. Ero tutti loro. Sembra incredibile, ma esattamente in quell’istante ho capito quanto fosse bello essere italiano, un privilegio senza prezzo…Mai avrei pensato che l’attimo prima di un rigore mi potesse aprire così tanto la mente, facendomi sentire l’ingranaggio neanche troppo grande di una macchina assolutamente imperfetta, zeppa di difetti, mal guidata, vecchiotta, eppure incredibilmente unica. L’Italia è un paese che ami proprio perché è così”.
Andrea Pirlo

Lui per tutti è stato Mozart, il maestro e quante sinfonie ha suonato portando il suo ruolo da centrocampista, e nello specifico da regista a livelli altissimi. Andrea Pirlo classe ’79, ci ha deliziato con dei piedi alati, con una precisione di tiro spaventosa ma soprattutto con un classe che l’ha sempre contraddistinto dentro e fuori dal rettangolo verde. Il primo capitolo della sua biografia si apre con la fatidica firma sul contratto che lo legò al Milan per tantissimi anni, con quella famosa penna a tinte rossonere. La firma fu seguita dalla simpatica battuta di Galliani:<>. Un presagio che poi si avverrò, tanti trofei a Milano ma nell’ultima fase di questo connubio, il calciatore bresciano si sentì rottamato, bollito e scaricato, di fatto non ebbe più un ruolo centrale e decise di cercare nuove avventure, subentrò anche la noia. Quand’era solo un fanciullo, questo gioiellino ebbe una serie di difficoltà nelle giovanili del Brescia, era il più bravo, e per l’invidia dei compagni nessuno mai gli passava la palla. Un giorno qualunque, nonostante il suo trattenere le emozioni scoppiò in un pianto collettivo, da quel giorno per Andrea cambiò tutto, lui da solo con il suo talento contro tutto il mondo, vinse lui. Gran tifoso dell’Inter sin da bambino realizzò il sogno di giocare nella sua squadra del cuore, un’avventura brevissima e come la definisce lui ‘orribile’. Cambiò presto idea, non trovò mai lo spazio desiderato e approdò a Milanello, qui a tinte rossonere vinse davvero tanto,in una squadra stellare capace di diventare la squadra più titolata del mondo. Racconta l’aspetto scaramantico del calcio, tutti i riti dei suoi compagni e la simpatia sconfinata di Rino Gattuso, l’obiettivo principale dello scherno del gruppo, questo guerriero che ebbe grande autorità nello spogliatoio. Dedica ampie parti a dichiarare il suo amore sconfinato per la nazionale italiana, Pirlo lo ama tutta Italia, e tuttatutta, ha gioito con lui, quando ha visto alzare al cielo la Coppa del mondo in quella notte di Berlino del 2006. Tanti tronfi, ma anche tante sconfitte amare, prima fra tutte, quella in Champions League contro il Liverpool: il Milan sopra di 3 gol venne recuperato,perdendo solo ai ; un incubo che ancora oggi tormenta il campione.

Scorrendo le pagine si parla del calcio vero, dell’importanza delle retrovie e del centrocampo e delle sue perfette punizioni, inimitabili. La precisione del suo piede rimarrà uno dei capitoli più gloriosi e autentici del calcio italiano e internazionale. A Pirlo sarebbe tanto piaciuto firmare per il Real Madrid prima, e poi per il Barcellona dopo, ma il Milan l’ha sempre trattenuto in un modo o nell’altro. Ma quando il valore immenso di Pirlo è stato messo in discussione allora ha scelto di chiudere un capitolo che non lo stimolava più, e cosa fa? Firma un triennale con la Juventus, quella squadra che militava in Serie A dalla ceneri di ‘calciopoli’ e della Serie B, attorno a questo campione si struttura il progetto che costituisce le basi di quello che la Juventus è oggi. Dedica un intero capitolo ad Antonio Conte, per lui un tecnico formidabile e ad Andrea Agnelli, ‘Il presidente ’con cui si crea una sintonia sportiva perfetta sin dal primo momento. Le descrizioni sono piene di razionalità e creatività, le stesse che questo immenso calciatore metteva in campo senza mai rinunciare alla parte ironica sempre ben celata. Questa fantastica avventura si chiude con l’ultima sfida calcistica di Pirlo negli Stati Uniti, e la sua dedica al suo numero 21 che lo accompagna da tutta una vita.

Ha vinto tutto questo campione , si è sempre dimostrato all’altezza di ogni situazione e ad oggi per tutti noi rappresenta lo splendore di quegli anni in cui il calcio italiano dettava legge a livello mondiale. E allora tutti in piedi anche se il maestro ormai non suona più, purtroppo!

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