CURIOSITA'

Taranto, parla... lo striscione

In curva tanti messaggi. Per tutti
   Redazione MRB.it

13 Maggio 2019 - 08:32

Tempo di lettura: 2 minuti

Si potrebbero scomodare addirittura sociologia e scienze della comunicazione per spiegare i motivi e i perché della comunicazione tramite cori e striscioni del fenomeno ultras. Significativi, secchi e diretti, i messaggi degli ultras colpiscono senza troppi giri di parole, vanno dritti al cuore del messaggio. 

Ieri allo Iacovone diversi striscioni, diversi cori. Il primo, "dedicato" all'ex DG Vittorio Galigani, persona poco gradita dalla curva e dai tifosi rossoblù in generale. Il dirigente dell'epoca Blasi era in tribuna, a quanto pare ospite della società, e la sua presenza come sempre è stata accompagnata dai cori della curva Nord che proprio non digeriscono che Galigani ruoti intorno al Taranto.



"Noemi: il tuo risveglio... la nostra gioia!!!" Il primo striscione della Nord è per la piccola Noemi, la piccola ferita in una sparatoria a Napoli; il caso ha scosso l'opinione pubblica e i miglioramenti delle condizioni di salute della bimba vengono accolti con grande affetto dalla comunità nazionale. Anche gli ultras hanno voluto far conoscere il proprio pensiero nei confronti di questo fatto di cronaca.



"20.01.19 il nostro incontro meritava un altro finale allo scontro hai preferito denunciare" è il gruppo zuffa ad esporre il proprio pensiero sugli scontri dello scorso gennaio sulla Statale 106, quando tifosi del Bari che si recavano in trasferta a Cittanova (RC) vennero fatti oggetto di lanci di sassi. Da quanto sembra, i tifosi biancorossi sporsero denuncia per quegli episodi e in settimana sembra siano state notificate le denunce ad alcuni ultras tarantini. Il codice non scritto degli ultras, per quanto non condivisibile nelle sue pieghe più violente, prevede una rivalsa attraverso lo scontro fisico, non attraverso la denuncia. Per questo motivo la "condanna" degli ultras rossoblù.



"Mario torna presto B18S", ad interpretare la dicitura, BS dovrebbe stare per "Black sheep", ovvero "pecore nere", gruppo identificato attraverso una bandiera che sventola in curva. Un messaggio di pronta guarigione, probabilmente, tipico della solidarietà ultras.

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