Armando Torro | |
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Dopo il pessimo martedì, ecco l'ottimo mercoledì di Champions League per le squadre italiane. Non sono arrivate due vittorie ma è come se lo fossero entrambe, perché la Juventus ha fatto ampiamente il suo dovere a Budapest contro il Ferencvaros e la Lazio è riuscita a pareggiare in rimonta a San Pietroburgo contro lo Zenit senza Immobile, Luis Alberto e Lucas Leiva, oltre a Strakosha.
Partiamo in ordine cronologico proprio dai biancocelesti in maglia verde fluo impegnati in Russia e chiamati a non perdere per mantenersi in zona qualificazione, aspettando il risultato di Bruges-Borussia Dortmund. La sfida più equilibrata sulla carta era diventata alla vigilia ancora più insidiosa della trasferta in Belgio: stavolta gli indisponibili a causa coronavirus erano 4 e tutti titolari fissi, inoltre l'avversario dimostrava una caratura e un'esperienza superiore. Infatti lo Zenit ha condotto il gioco nel primo tempo e ha trovato il vantaggio alla mezz'ora grazie alle sponde aeree di Dzyuba capace di servire Erokhin. La squadra di Inzaghi ha rischiato di subire il raddoppio e Mostovoy l'ha graziata, poi il neo entrato Caicedo ha cambiato come al solito la partita: la Lazio si è dimostrata più pericolosa, con un baricentro più alto e più capace di sfruttare la maggiore rapidità dell'ecuadoregno rispetto a Muriqi. Ed ecco che sono arrivate le occasioni per il pareggio, concretizzato al minuto 81 proprio con un sinistro in corsa di Caicedo, sempre più decisivo nel ruolo di dodicesimo come a Torino. Da lì in poi Milinkovic Savic, capitano di giornata, ci ha provato sia di sinistro che di destro andando vicino al 2-1, subito proprio per una sua ingenuità nel recupero e annullato per fuorigioco per la gioia degli aquilotti.
Che così rimangono al secondo posto a +1 sul Bruges affondato in casa dal BVB e dal solito Haaland autore di una doppietta dopo il vantaggio firmato proprio dal belga Thorgan Hazard. Gli uomini di Favre salgono così al primo posto nel gruppo F e fanno un gran favore alla Lazio che giocherà al ritorno entrambe le sfide con Bruges e Zenit in casa, magari senza assenze forzate.
Per la Juventus a Budapest è andato tutto bene, a partire dal solito Morata che per una volta non è stato costretto a frenare la sua esultanza nel gol che al 7' ha portato avanti i bianconeri con un tap-in sull'altrettanto solito assist di Cuadrado dalla fascia destra. Dopo un primo tempo di controllo senza affondare è arrivato al quarto d'ora della ripresa il secondo sigillo dello spagnolo: stavolta l'assist verrà assegnato a Cristiano Ronaldo (a dir la verità un po' in ombra sotto porta), ma è il velo di McKennie la giocata decisiva prima del destro sotto la traversa. Nel mezzo, due occasioni fallite da CR7, una addirittura su regalo di Blazic, che è stato solo il primo della serata per il reparto difensivo degli ungheresi. Il secondo e il terzo hanno la firma del portiere Dibusz come nei più classici dei gollonzi: retropassaggio, controllo pessimo o rinvio direttamente sull'avversario in area. In entrambe le occasioni ne ha approfittato Dybala, prima siglando la sua prima rete stagionale appoggiando la palla in porta, poi calciando in porta trovando la risposta non decisiva del portiere e il tentativo fallito di salvataggio sulla linea da parte di Dvali per un poker bianconero (o arancio, vista la maglia) facilissimo. Solo per le statistiche, invece, è il gol della bandiera al 90' di Boli (già a segno settimana scorsa contro la Dinamo Kiev), più pericoloso in appena un quarto d'ora di tutto l'attacco titolare dei padroni di casa.
A Barcellona, invece, i blaugrana hanno dovuto sudare contro la squadra di Lucescu, trovando inaspettatamente nel giovane portiere Neshcheret: e dire che il classe 2002 sarebbe il terzo nelle gerarchie che si è ritrovato titolare al Camp Nou per l'assenza degli altri 2 tra i 12 indisponibili della Dinamo. Per poco non è arrivato a respingere il rigore del vantaggio di Messi, ma si è tolto la soddisfazione di togliere dall'incrocio dei pali un calcio di punizione della Pulga e salvare più volte il risultato sui vari Ansu Fati, Griezmann e Pedri, fino al 2-0 del rientrante Piqué di testa. Tsygankov ha riaperto solo sulla carta la partita, perché con un paio di interventi Ter Stegen l'ha richiusa e ha consegnato il 3 su 3 al Barça.
L'en-plein non è riuscito al Manchester United, invece, che ha perso a Istanbul contro il Basaksehir, subendo due gol in contropiede, il primo addirittura da calcio d'angolo a favore e con 10 giocatori dalla trequarti offensiva in su noncuranti di Demba Ba che si è involato indisturbato e ha freddato De Gea. Poi un velo dell'attaccante ex Chelsea ha favorito il piazzato chirurgico di Visca per il raddoppio dei turchi. Inutile il gol del 2-1 di Martial poco prima della fine del primo tempo e lo sterile possesso della ripresa da parte dei Red Devils, incapaci di raggiungere il pari.
Ancora più rumore ha fatto la sconfitta subita in rimonta dal Paris Saint Germain a Lipsia, dopo che col vantaggio firmato Di Maria e il rigore fischiato al quarto d'ora avevano messo in discesa il match per la squadra di Tuchel. In assenza di Neymar, Mbappé, Icardi, Verratti e Paredes sul dischetto si è presentato l'argentino che ha calciato poco angolato e a mezza altezza, in pratica un regalo a Gulacsi che ha respinto. Da lì i vicecampioni in carica sono spariti dal campo e i tedeschi si sono presi una piccola rivincita della semifinale della scorsa edizione, in particolare Nkunku che ha esultato al gol dell'1-1 contro la squadra in cui è cresciuto. Poi nella ripresa Forsberg ha fatto vedere a Di Maria come si calcia un rigore, basso e angolato imprendibile per Navas, e il Lipsia è passato in vantaggio, potendo poi gestire senza affanni e innervosendo gli ospiti, che hanno concluso la partita in 9 uomini per i falli di frustrazione e da seconda ammonizione di Gueyé e Kimpembé, già colpevole per il fallo di mano che ha dato il penalty.
Espulsioni, rimonte e rigori, non necessariamente in quest'ordine, sono stati i protagonisti della sfida tra Siviglia e Krasnodar. Infatti prima il penalty è stato negato agli spagnoli per intervento del Var, poi è stato dato ai russi per un fallo sullo scatenato Suleymanov, subito dopo lo splendido calcio di punizione del vantaggio ospite. Il 2-0 dagli undici metri l'ha realizzato Berg, poi Rakitic ha fatto il suo primo gol in Champions League in biancorosso, con un'ottima girata di testa, ma l'espulsione di Navas ha apparentemente complicato i piani per il Siviglia. Invece dalla panchina è uscito En Nesyri e soprattutto c'è stata la complicità della difesa russa per il pareggio e per il sorpasso blanquirrojo nel giro di 3': prima l'ennesimo retropassaggio sbagliato in 24 ore a spedire il marocchino solo davanti al portiere Safonov, poi una incertezza dello stesso estremo difensore sulla punizione di Rakitic col pallone finito sul palo e ribadito in rete dall'ex Leganés.
E siccome di errori individuali non eravamo abbastanza sazi, la ciliegina sulla torta sono stati quelli di Dalbert, capaci di causare ben due rigori in favore del Chelsea trasformati da Werner e soprattutto due ammonizioni con la conseguente uscita dalla partita sua e del Rennes. I francesi nel secondo tempo non sono riusciti a creare alcun pericolo verso Mendy e hanno subito il definitivo 3-0 da Abraham già al 50', senza che poi i Blues infierissero ancora.
GRUPPO F
Zenit-Lazio 1-1
Erokhin 32' (Z); Caicedo 81' (L)
Bruges-Bor. Dortmund 0-3
Hazard 14', Haaland 18',32'
GRUPPO G
Ferencvaros-Juventus 1-4
Morata 7',60', Dybala 72', Dvali a 81' (J); Boli 90' (F)
Barcellona-Dinamo Kiev 2-1
Messi r 5', Piqué 65' (B); Tsygankov 75' (D)
GRUPPO E
Chelsea-Rennes 3-0
Werner r 10',41', Abraham 50'
Siviglia-Krasnodar 3-2
Suleymanov 17', Berg r 21' (K); Rakitic 42', En Nesyri 69',72' (S)
GRUPPO H
Basaksehir-Man.Utd 2-1
Ba 12', Visca 40' (B); Martial 43' (U)
Lipsia-Psg 2-1
Di Maria 6' (P); Nkunku 41', Forsberg r 57' (L)
GRUPPO E
Chelsea 7
Siviglia 7
Rennes 1
Krasnodar 1
GRUPPO F
Bor. Dortmund 6
Lazio 5
Bruges 4
Zenit 1
GRUPPO G
Barcellona 9
Juventus 6
Dinamo Kiev 1
Ferencvaros 1
GRUPPO H
Man. Utd 6
Psg 3
Lipsia 3
Basaksehir 3