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Gianni Morandi canta l'amore per l'allenatore: croce e delizia dei tifosi

Grande tifoso del Bologna si siede sulla panchina attraverso la musica
   Angelica Grippa

26 Novembre 2020 - 15:00

Tempo di lettura: 4 minuti

Una guida, una bandiera, una mentalità, uno schema, una scelta, un faro: l’allenatore. L’anello che congiunge la società ai calciatori, l’azienda al campo. L’artefice di ogni vittoria e il colpevole di ogni sconfitta. Il componente del sistema calcio più esposto a critica, l’uomo da lanciare in aria ad ogni conquista. Il mio ruolo preferito, importante come nessuno altro. Gianni Morandi dedica al mister una canzone intera, leggiamo insieme le parole:

E adesso vi accompagno dalle scale ai riflettori
c’è gente sugli spalti che ci vuole campioni
ma a vincere non è che sono sempre i migliori
noi prima siamo uomini e dopo giocatori
a questo aggiungi pure che la palla è rotonda
a volte soffia il vento in poppa ed altre volte ti affonda
ci sono leggi e schemi verticalizzazioni
e poi traverse e pali e poi sviste arbitrali

guardalo l’allenatore
da cinquant’anni appresso ad un pallone
sulla panchina calda come il sole
e un freddo gelido quasi polare
e guardalo l’allenatore
a bordo campo pronto a cominciare
determinato nel voler cercare
una vittoria che lo puo’ salvare
con la sua grinta irrompe come un tuono
chiudi gli spazi e segui sempre l’uomo
ma non ti sembra di vederlo solo

che differenza c’è fra una partita e la vita
se ci trova soli ad affrontare una sfida
per vincere non è che basta solo lottare
bisogna dare tutto e potrebbe non bastare
a questo aggiungi pure che la sorte ti inganna
all’ultimo minuto puo’ tradirti una palla
ci sono scontri duri e calci di rigore
dove non puoi sbagliare e poi trasferte amare

guardalo l’allenatore
da cinquant’anni appresso ad un pallone
sulla panchina calda come il sole
e un freddo gelido quasi polare
e guardalo l’allenatore
ha dato tanto e ha avuto molto meno
ma quanti ostacoli quanto veleno
prima di alzare le sue braccia al cielo
in questo mondo privo di valori
dove chi conta sono i vincitori
e dei perdenti cancelliamo i nomi

e adesso vi accompagno dalle scale ai riflettori
c’è gente sugli spalti che ci vuole campioni.

In quell’ <<accompagno>> c’è tutto il senso del ruolo che il tecnico ha per i suoi giocatori, la guida. Quando si esce dagli spogliatoi e ci sono i riflettori. Ora tocca a voi, io posso indicarvi la strada ma ora è solo compito vostro. Ricorda tanto la frase pronunciata da Morpheus a Neo (appunto la guida dell’eletto), in Matrix: <<Prima o poi capirai, come ho fatto anch'io, che una cosa è conoscere il sentiero giusto, un'altra è imboccarlo>>. L’allenatore ci mette del suo, in ogni seduta d’allenamento ma poi sta al gruppo e al singolo trasformare quelle idee in realtà.

Ognuno ha la sua idea di calcio, come tanti poeti, alcuni allenatori hanno scritto la storia del mondo del calcio. Alcuni lo hanno totalmente rivoluzionato, al punto che oggi il calcio che si vede in campo c’entra poco o niente con quello che si vedeva magari 50 anni fa. E’ i fautori di questa rivoluzione silenziosa, sono stati proprio loro. Certo alcuni lo hanno fatto in modo veloce e plateale come Arrigo Sacchi, e altri con costanza e umiltà, come Giampiero Gasperini, altri divertendosi e sorridendo come Jurgen Klopp, altri in silenzio come Zidane, o facendo un rumore infernale come Zeman. Ogni squadra ha nella sua storia l’albo d’oro degli allenatori preferiti, che non sempre coincidono con quelli che hanno vinto di più, ma molto spesso con quelli che più hanno incarnato lo spirito della storia di quel determinato club.

Nel cuore dei tifosi gli allenatori hanno la stessa importanza dei loro beniamini del campo, nessuna subordinazione. Gianni Morandi, grandissimo tifoso di calcio e del suo Bologna, ci prova in modo romantico a descrivere questo magico ruolo. Prova a parlare non solo dei vincenti, ma anche di quelli che non ce l’hanno fatta. In un mondo che cancella i nomi dei perdenti, che sono arrivati a un solo passo dalla gloria, ma quel passo mancato li ha cancellati dalla storia. Il calcio è uno sport bellissimo quanto fatale, ci puoi mettere tanto impegno ma se arrivi secondo, sei il primo dei perdenti. Come gli altri, scompari, anzi si viene si viene ricordati malissimo.

‘L’Allentore’ è una traccia dell’album ‘A chi si ama veramente’  pubblicato da Morandi nel 2004. E’ uno dei brani finali, ma assolutamente valido. Morandi una delle colonne portanti della musica leggera italiana, una vena inesauribile e sempre pronto a rinnovarsi, al passo coi tempi, moderno, con ben 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. 84 album pubblicati di cui 35 in studio, la storia della musica italiana.

In Italia ci sono ben 56 milioni di allenatori, è una frase che sentiamo spesso. Ad ogni traguardo, ad ogni sconfitta tutti quanti ci improvvisiamo tecnici. E’ il caso di rivalutare questa figura, di darle rispetto e non considerarla l’unico bersaglio di un progetto fallito. Morandi espone quest’idea nella sua canzone: “Per vincere non è che basta solo lottare, bisogna dare tutto e potrebbe non bastare!”.


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