Armando Torro | |
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Gli ottavi di finale di Champions League, anche giocati da favoriti, sono un'altra cosa rispetto ai gironi, ma qualcuno sembra non averlo capito.
Quel qualcuno è la Juventus, che a Oporto ha visto gli stessi fantasmi di Madrid e soprattutto di Lione dimostrando di non aver imparato la lezione: in una competizione del genere e soprattutto in una fase del genere si gioca con la massima intensità dal primo all'ultimo secondo.
Si dice che tre indizi facciano una prova ed eccola nella foto simbolo della serata bianconera (o arancione): Bentancur disperato per l'orrore in fase di "impostazione dal basso", feticcio degli allenatori moderni come Pirlo, che ha portato al gol di Taremi dopo soli 61 secondi.
Il retropassaggio sbagliato e insensato dell'uruguagio verso Szczesny su cui si è fiondato l'attaccante iraniano del Porto è stato il peggior inizio possibile per una squadra che ha bisogno di certezze dopo il rovinoso ko di Napoli in campionato e la lista di indisponibili che si è allungata.
Proprio nella sera in cui Mario Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato sono mancati i senatori e gli uomini più importanti della Juve al Do Dragão. Fuori Bonucci e Cuadrado,
a mezzo servizio
Ramsey e Dybala che partivano dalla panchina e il forfait di capitan Chiellini alla mezz'ora di un primo tempo giocato in maniera orrenda dagli uomini di Pirlo, in primis il più atteso, Cristiano Ronaldo. L'estemporanea rovesciata di Rabiot, tra i meno lontani dalla sufficienza insieme a Chiesa, non ha spaventato Marchesín più di quanto abbiano fatto le sortite di Otávio e i tiri dalla distanza di Oliveira.
Ci si aspettava l'immediata reazione nella ripresa, invece la Juve è rimasta congelata per 19 secondi, esattamente il tempo occorso a Manafá per sverniciare Alex Sandro e mettere in mezzo per Marega lasciato solo in area e osservato a debita distanza da ben 7 giocatori in maglia arancione.
Il 2-0 siglato dal maliano ha finalmente svegliato una squadra che ha provato a rispondere in modo veemente e con i singoli più che con il gruppo, ma almeno Pirlo ha indovinato il cambio: dentro Morata al posto di uno spento McKennie. Con lo spagnolo a fare da riferimento in avanti, i palloni sporchi respinti dall'ordinata difesa portoghese di Conceiçao sono diventati potenziali occasioni da gol, soprattutto per Chiesa che ha impegnato Marchesín.
Si è vista una Juve più aggressiva e desiderosa di recuperare palloni - con protagonisti Rabiot e Bentancur, oltre a tutto il reparto arretrato vessato dal cartellino giallo -, che ha sì rischiato il 3-0 col solito Oliveira, ma ha attaccato negli ultimi 25 minuti trovando anche il gol della speranza per il ritorno con Chiesa, in assoluto il migliore dei suoi come a Napoli.
Ci sarebbero anche le lamentele finali per il contatto tra Cristiano Ronaldo e Sanusi in area portoghese proprio all'ultimo minuto, ma l'eventuale concessione e trasformazione del calcio di rigore non avrebbe spostato di una virgola il giudizio sulla pessima prestazione bianconera, peggiore di quella contro l'Inter in campionato e contro il Barcellona allo Stadium.
Lì tra tre settimane basterà fare un gol nei 90' senza subirne per qualificarsi ai quarti di finale: rispetto al 2019 e al 2020 il 2-1 è un risultato decisamente migliore, ma, qualora non fosse ancora chiaro, sarà vietato avere un approccio come quello visto in terra lusitana.
Chi non ha deluso, ma ha comunque iniziato male la sua andata degli ottavi è il Borussia Dortmund di Terzic (che a giugno lascerà la panchina a Rose). Il Siviglia degli "italiani" Suso e Gómez in casa si è dimostrato pericoloso e proprio un tiro, di destro, dell'ex Milan e deviato da Hummels ha svegliato i gialloneri e la loro batteria offensiva.
Haaland ha iniziato a scatenarsi prima in veste di uomo assist con controllo sulla linea laterale, tunnel e filtrante per Dahoud che ha controllato e spedito un missile sotto la traversa di Bono. Poi ha concluso una triangolazione di tecnica e potenza con Sancho ricevendo il tocco sotto del coetaneo inglese e trasformato in gol il blitz di Reus per l'1-3 di fine primo tempo.
Il Siviglia ha reagito con orgoglio nella seconda frazione di gioco e si è reso pericoloso sui calci piazzati battuti dallo specialista Ródriguez: prima il palo a Hitz battuto e poi l'assist per De Jong che ha segnato il definitivo 2-3, che dà comunque poche chance agli andalusi e lancia Haaland in vetta alla classifica cannonieri della Champions con 8 gol.
Porto-Juventus 2-1
Taremi 1', Marega 46' (P); Chiesa 82' (J)
Siviglia-Bor. Dortmund 2-3
Suso 7' (S); Dahoud 19', Haaland 27',43' (D); De Jong 84' (S)