Armando Torro | |
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Era solo una formalità, questione di 90 minuti più recupero per certificare l'uscita di tutte le squadre italiane dalla Champions League.
L'ultima in ordine cronologico a salutare la competizione agli ottavi di finale, ma con la missione decisamente più difficile, era la Lazio contro il Bayern Monaco, umiliata 1-4 all'andata dai campioni in carica.
Probabilmente il pensiero di Inzaghi è stato quello di non fare un'altra figuraccia e limitare i danni, non di tentare la rimonta disperata, e anche per questo l'allenatore biancoceleste ha preferito tenere a riposo Immobile e far giocare alcune seconde linee adattando la formazione. Al cospetto di un Bayern che voleva sì vincere ma senza fare troppi sforzi - miniturnover di Flick con Nübel tra i pali al posto di Neuer, ma con Lewandowski a guidare l'attacco - la Lazio ha tenuto un ritmo basso, quasi a non voler sprecare energie per il campionato e la rincorsa al quarto posto, senza creare occasioni degne di nota, a parte un lancio di Luis Alberto per Milinkovic Savic contrato da Hernández.
Pur con una difesa adattata - Marusic come terzo a destra preferito a Musacchio, peggiore in campo dell'andata - il piano di Inzaghi stava anche funzionando, perché i tedeschi avevano creato poco, ma l'ingenuità di Muriqi (sostituto di Immobile) su un calcio d'angolo ha portato al rigore trasformato impeccabilmente da Lewandowski per l'1-0 dei padroni di casa.
Lo stesso non si può dire dell'occasione capitata in avvio di ripresa al polacco che ha calciato addosso a Reina, non sfruttando il solito errore in uscita dal basso della Lazio sulla pressione avversaria, e a tre quarti di gara quando il suo destro rasoterra dai 20 metri ha centrato il palo.
Bravo il suo sostituto appena entrato, Choupo Moting, a trasformare in gol il filtrante di Alaba dopo soli 6' e a chiudere definitivamente il discorso qualificazione, come se ce ne fosse stato bisogno. Alla Lazio, invece, il merito di aver provato ad attaccare per accorciare le distanze, impresa riuscita grazie al colpo di testa di Parolo al minuto 82: il primo gol italiano all'Allianz Arena dopo quello di Inzaghi (Filippo) nell'aprile 2007 (Bayern-Milan 0-2, ritorno dei quarti).
E per un'Italia che sparisce dalla Champions League ci sono i nazionali italiani che potranno proseguire il loro cammino. Oltre a Verratti, Florenzi e Kean del Paris Saint Germain, sono arrivati ai quarti di finale anche gli oriundi Jorginho ed Emerson Palmieri. In particolare il secondo ha messo il punto esclamativo sulla qualificazione del Chelsea contro l'Atletico Madrid, segnando il gol del definitivo 2-0 per i Blues a Stamford Bridge.
Il match che al momento del sorteggio faceva sorridere più gli spagnoli ha cambiato direzione ben prima che si giocasse l'andata, con l'arrivo a gennaio a Londra di Tuchel: con il tedesco ex Psg in panchina il Chelsea non ha ancora perso e si è scoperto solido in fase difensiva.
La dimostrazione è arrivata con gli 0 gol subiti (e meno di 10 tiri in porta) proprio nelle due sfide contro la capolista della Liga in netto calo fisico e di risultati anche in campionato, ma ciò non sminuisce affatto il lavoro di una squadra giovane che ha imparato a chiudersi e a ripartire o a fare la partita meglio di quella di Simeone. Parlando di italiani, ci ha messo lo zampino l'arbitro Orsato che sullo 0-0 ha negato un rigore a Ferreira Carrasco ostacolato da Azpilicueta a pochi passi da Mendy con una leggera trattenuta. L'episodio comunque ha inciso poco, a differenza degli errori in fase offensiva dell'Atleti che ha subito gol partendo da un cross dalla trequarti avversaria: verticalizzazione e velocità di Havertz, Werner e Ziyech (il tridente scelto da Tuchel) per il vantaggio blues, siglato proprio di destro dall'ex Ajax.
Dopo l'incertezza sull'1-0, Oblak ha salvato una volta su Werner e un'altra ancora su Ziyech per tenere ancora in piedi le speranze qualificazione dei rojiblancos, abbattute (insieme a Rüdiger) da una gomitata di Savic a 10' dalla fine, giustamente espulso. Poi un altro contropiede perfetto per chiudere il sipario con i neo entrati Pulisic e Palmieri, praticamente al primo tocco di palla, con un bel sinistro a incrociare.
Il bilancio di questi ottavi di finale dice che sono avanzate le 3 squadre inglesi, 2 tedesche su 3, la portoghese, 1 spagnola su 3 e 1 francese. Zero italiane, come non succedeva dall'edizione 2015/2016, con la Juventus come unica prima classificata dei gironi a non averli superati. Aggiungendo il fatto che l'attuale capolista della Serie A, l'Inter, è uscita direttamente ai gironi, si dovrà aprire una seria riflessione sul calcio italiano...
Bayern Monaco-Lazio 2-1
Lewandowski r 32', Choupo Moting 72' (B); Parolo 82' (L)
Chelsea-Atletico Madrid 2-0
Ziyech 34', E. Palmieri 94'