Armando Torro | |
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Tanto talento in campo e in panchina, tanta voglia di scrivere finalmente la storia: le premesse per fare di Paris Saint Germain-Manchester City una grande partita c'erano tutte e in parte sono state rispettate.
La semifinale letteralmente più ricca per risorse economiche, ma più povera per palmarés internazionale dei club è stata vista da molti come una finale anticipata e, si sa, spesso le finali sono decise da episodi che si verificano anche a distanza di pochi minuti.
È successo esattamente questo al Parco dei Principi, dove la squadra di casa ha iniziato con più decisione e disinvoltura e ha dominato il primo tempo saltando facilmente il pressing degli uomini di Guardiola, che ha scelto ancora una volta di giocare senza una vera punta.
Pochettino, invece, ha confermato la coppia Neymar-Mbappé supportata da Di María e messa in movimento dai due registi Paredes e Verratti, ma è stata paradossalmente l'organizzazione difensiva a fare la differenza nei primi 45'. Il 4-1-4-1 in fase di non possesso con Paredes davanti alla difesa e Neymar sulla stessa linea dei centrocampisti ha reso più sterile del solito il giro palla del City che non ha potuto raggiungere i trequartisti tra le linee ha creato pericoli solo grazie agli errori individuali dei francesi.
Le occasioni in avvio per Neymar e Mbappé sono state il preludio al calcio d'angolo su cui al 15' è svettato Marquinhos, che con un preciso colpo di testa ha bissato l'accoppiata gol quarti-semifinale come solo Cristiano Ronaldo e Griezmann sono riusciti a fare in due edizioni consecutive della competizione.
Le insolite imprecisioni nell'ultimo passaggio hanno risparmiato Ederson e la sua difesa piuttosto impotente contro gli avanti del Psg, che ha sfiorato il raddoppio ancora da corner con la zuccata di Paredes finita fuori di qualche centimetro.
Dall'altra parte l'unica mezza occasione costruita interamente dai Citizens è stata un lancio di Cancelo per Silva sul secondo palo alle spalle di Bakker, l'unico "intruso" in un match dall'alto tasso tecnico; mentre la prima parata di Navas è arrivata su una conclusione forte e centrale di Foden - preferito ai vari Agüero, Gabriel Jesús e Sterling - nata da un errore in costruzione dei padroni di casa nell'unica volta in cui il pressing degli uomini di Guardiola ha funzionato.
Nell'intervallo l'allenatore catalano deve aver puntato proprio su questo perché per il Paris è stato più difficile far arrivare subito e in verticale il pallone ai fuoriclasse in attacco e gli inglesi hanno iniziato a prendere campo, concedendo solo un paio di ripartenze agli avversari che sono andati letteralmente a 10 centimetri dal raddoppio, quelli che mancavano a Verratti per arrivare in scivolata sul tiro-cross di Mbappé.
È stato l'ultimo pericolo corso dal Manchester City che ha chiuso il Psg negli ultimi 30 metri, senza trovare inizialmente gli spazi ma mettendo in apprensione la retroguardia francese, che su un rinvio di testa sbagliato ha consentito a De Bruyne di calciare con una girata al volo senza però trovare la porta.
Guardiola ha insistito con coraggio nel non inserire una punta di ruolo ed è stato premiato abbondantemente dalla fortuna. Il "protagonista" è stato ancora De Bruyne perché al 64' un suo lancio impreciso verso il secondo palo per Dias alle spalle di Bakker si è trasformato in gol grazie all'incomprensione tra il terzino olandese che non è intervenuto e Navas che si è tuffato in ritardo non riuscendo ad arrivare sul pallone: il belga è diventato così il quarto calciatore ad aver segnato al Psg in tre partite consecutive (le altre due ad aprile 2016) dopo Neymar, Messi e Rashford.
Il pareggio ha dato ancora più vigore al City e nervosismo ai vicecampioni in carica che non hanno superato la metà campo per i successivi 7', terminati con un fallo di Gueye su Foden ai 25 metri. Sul punto di battuta si è presentato Mahrez, fino a quel momento il peggiore dei suoi: l'algerino voleva calciare col suo sinistro per aggirare la barriera, ma ha colpito a mezza altezza verso il muro francese, che però si è aperto - colpevoli Kimpembe e Paredes, peggio di CR7 - e il pallone si è infilato in porta.
Trovato col secondo "gollonzo" di serata il vantaggio, per gli uomini di Guardiola è stato facile amministrare il vantaggio col possesso palla, esattamente come avvenuto a Dortmund, e quelli di Pochettino hanno perso la testa con due falli di frustrazione uno peggiore dell'altro. Prima Neymar su Dias al limite dell'area inglese e poi soprattutto Gueye su Gündoğan a centrocampo: giallo nel primo caso, rosso sacrosanto nel secondo. Praticamente la partita è finita così al minuto 77, con gli ospiti che non hanno affondato e i padroni di casa che non hanno avuto la forza per reagire e provare a impostare azioni offensive.
Per il ritorno di martedì prossimo
all'Etihad Stadium il City, alla prima vittoria in semifinale di Champions nella sua storia, ha un vantaggio importante e Guardiola ha l'occasione di cogliere finalmente la sua rivincita contro Pochettino per quel pazzo 4-3 sul Tottenham (con gol di braccio di Llorente) di due anni fa.
Psg-Man. City 1-2
Marquinhos 15' (P); De Bruyne 64', Mahrez 71' (C)