Armando Torro | |
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Chi cercava conferme ha trovato dubbi e incertezze. In estrema sintesi è stata questa la serata di Juventus e Atalanta nel quinto turno di Champions League.
Il risultato più pesante è senza dubbio quello della squadra di Allegri che sembrava aver imboccato nuovamente la strada della solidità difensiva. Però a Stamford Bridge non si è vista per evidenti meriti del Chelsea che rispetto all'andata non aveva sì Lukaku, ma un tridente capace di non dare punti di riferimento al reparto arretrato bianconero abituato nelle ultime partite a lasciare un possesso palla sterile agli avversari.
Quello dei campioni in carica è stato tutt'altro: grande fluidità di palleggio e inserimento negli spazi a creare superiorità numerica per mettere in affanno fin dall'inizio i bianconeri. E poi lo strapotere fisico dei Blues che hanno dominato nelle situazioni di palla inattiva e nei contrasti. Così proprio su calcio d'angolo è arrivato il vantaggio a metà primo tempo degli uomini di Tuchel al secondo tentativo di Chalobah lasciato solo, ma favorito da un tocco di mano di Rüdiger giudicato involontario.
È stata apprezzabile l'immediata reazione juventina con Morata bravo ad anticipare Mendy in uscita sul filtrante di Locatelli, ma il salvataggio sulla linea di Thiago Silva è stato il segnale che non ci sarebbe stato niente da fare.
Il grosso problema della serata londinese della Juve è che è praticamente sparita nel secondo tempo, lasciando colpevolmente l'iniziativa al Chelsea che ha dimostrato di essere ancora un gradino superiore. L'uno-due nel giro di 3' firmato da James e Hudson Odoi hanno praticamente spento le speranze dei bianconeri che hanno provato a rendersi pericolosi con McKennie. Proprio l'americano ha sulla coscienza con la sua sbavatura nel recupero il poker dei Blues messo a segno da Werner ed è solo per le parate di Szczesny sui vari Ziyech e James se il tabellone di Stamford Bridge ha indicato semplicemente il 4-0.
La Juve si giocava il match point per chiudere il gruppo H al primo posto: ora dovrà sperare in un passo falso del Chelsea contro lo Zenit per tornare davanti, dato che al momento è seconda essendo in svantaggio negli scontri diretti.
Un'ulteriore nota che sottolinea la serata decisamente no della banda Allegri è che da ben 21 anni la Juve non perdeva una partita nelle coppe europee con almeno quattro gol di scarto (contro il Celta Vigo in Coppa Uefa).
Non può sorridere, e al massimo può tirare un sospiro di sollievo, nemmeno l'Atalanta, prossima avversaria dei bianconeri in Serie A.
Ai nerazzurri serviva una vittoria a Berna contro lo Young Boys e per poco non ha perso contro una squadra che in casa aveva già sconfitto il Manchester United.
Questa volta i meriti degli svizzeri sono stati relativi perché la squadra di Gasperini è passata due volte in vantaggio e si è fatta rimontare in entrambe le occasioni, creando e fallendo il raddoppio. Stesso copione agli inizi di primo e secondo tempo: vantaggio (Zapata prima, Palomino poi), possibile rigore non concesso (su Pašalić e Pezzella) e occasioni cestinate prima di subire il pareggio su banali disattenzioni difensive.
Ecco il punto debole reso più evidente per gli orobici in questo inizio di stagione: Siebatcheu ha potuto saltare di testa indisturbato sul calcio d'angolo e Ngamaleu ha potuto ricevere direttamente in area una rimessa laterale recapitata poi a Sierro per il pareggio. L'Atalanta ha rischiato di pagare caro altri due cali di attenzione enormi e Musso ci ha messo una pezza due volte: la prima sul 2-2 con Siebatcheu lanciato da un retropassaggio fuori misura di De Roon e la seconda sul 3-3 respingendo la staffilata al volo di Lauper a tempo scaduto.
L'altro salvatore della Dea, quello finito nel tabellino, è stato Muriel, perché lo Young Boys era passato anche in vantaggio col sinistro sotto la traversa di Hefti: appena entrato ha trasformato su punizione il primo pallone toccato in gol, anche grazie alla barriera giallonera che si è aperta.
Fallito da parte dei nerazzurri il sorpasso sul Villarreal che comunque ha perso in casa contro il Manchester United: il solito gol di Cristiano Ronaldo (il 799esimo della carriera) su errore di Rulli in impostazione e quello di Sancho hanno regalato a Carrick la prima vittoria da allenatore dei Red Devils all'esordio e il primo posto matematico nel gruppo F. Ma soprattutto hanno tenuto in gioco l'Atalanta che tra due settimane a Bergamo si giocherà la qualificazione agli ottavi contro la squadra di Emery.
Dopo quella nel derby di Liga contro l'Espanyol, non è arrivata la prima gioia in Champions per Xavi da allenatore del suo Barcellona. Anzi, tolto il gol annullato per fuorigioco ad Araujo, al Camp Nou è stato il Benfica ad avere la più clamorosa occasione da gol, divorata da Seferović al 90'.
I blaugrana, in svantaggio negli scontri diretti rispetto alla squadra di Jorge Jesús, dovranno fare l'impresa di battere il Bayern Monaco all'ultima giornata o sperare che il Benfica non raccolga i tre punti contro la Dinamo Kiev, come già successo all'andata.
Sarà davvero complicato fermare i campioni di Germania e un Lewandowski che ha forse scritto la parola fine sul Pallone d'Oro con la rovesciata da copertina sotto la neve all'Olimpiyskiy: è lui che ha aperto le marcature nel 2-1 in favore dell'unica squadra finora a punteggio pieno (aspettando Liverpool e Ajax) della Champions.
Infine il gruppo G che ha visto un ribaltone grazie alle vittorie di Lille e Siviglia rispettivamente contro Salisburgo e Wolfsburg. Ci sono sempre 3 punti di differenza tra la prima e l'ultima, che si affronteranno l'8 dicembre sapendo che ai campioni di Francia basterà un pareggio per essere certi di arrivare agli ottavi.
Dinamo Kiev-Bayern Monaco 1-2
Lewandowski 14', Coman 42' (B); Garmash 70' (D)
Barcellona-Benfica 0-0
Villarreal-Man. Utd 0-2
C. Ronaldo 78', Sancho 90'
Young Boys-Atalanta 3-3
Zapata 10' (A); Siebatcheu 39' (Y); Palomino 51' (A); Sierro 80', Hefti 84' (Y); Muriel 87' (A)
Lille-Salisburgo 1-0
David 31'
Siviglia-Wolfsburg 2-0
Jordán 12', Mir 97'
Chelsea-Juventus 4-0
Chalobah 25', James 55', Hudson Odoi 58', Werner 95'
Malmö-Zenit 1-1
Rieks 28' (M); Rakitskiy r 92'
GRUPPO E
Bayern Monaco 15
Barcellona 7
Benfica 5
Dinamo Kiev 1
GRUPPO F
Man. Utd 10
Villarreal 7
Atalanta 6
Young Boys 4
GRUPPO G
Lille 8
Salisburgo 7
Siviglia 6
Wolfsburg 5
GRUPPO H
Chelsea 12
Juventus 12
Zenit 4
Malmö 1