Armando Torro | |
|
Tempo di lettura: 5 minuti
La sera di Sant'Ambrogio sorride ai milanesi, non alle milanesi in questa sesta e ultima giornata dei gironi di Champions League.
In particolare, per il Milan finisce una corsa europea con una prima amara alla Scala (del calcio): il Liverpool all'esordio a San Siro contro i rossoneri spegne definitivamente i sogni della squadra di Pioli approfittando degli errori difensivi, in particolare quello di Tomori, croce e delizia del Diavolo.
Proprio l'ex Chelsea dà l'illusione dell'impresa col tap-in al 29', alla prima occasione creata dal Milan: sul calcio d'angolo battuto da Messias, Romagnoli anticipa tutti e la respinta non perfetta di Alisson viene corretta in rete dal nazionale inglese.
Una gioia che dura poco (stante il momentaneo pareggio tra Porto e Atletico Madrid) perché la squadra di Klopp, pur infarcita di riserve, non ci sta a fare brutta figura e attacca a testa bassa fino a raggiungere il pareggio dopo soli 7' con Salah che sfrutta una respinta incerta di Maignan.
Ci si aspetta un Milan arrembante nella ripresa guidato da Ibrahimović (impalpabile), invece Alisson non corre rischi e la frittata la fa proprio uno dei migliori in campo fino a quel momento: sul passaggio di Kessié, Tomori sbaglia clamorosamente il controllo di palla su cui si avventa Mané che calcia, Maignan fa quel che può ma respinge proprio su Origi che di testa mette dentro.
È la pietra tombale sulle speranze rossonere, gli unici sussulti a San Siro sono provocati da un contatto in area Reds tra Kessié e Tsimikas e poi da un pallonetto fallito dall'ivoriano servito da Bakayoko.
È la fine che già al sorteggio dei gironi si poteva pronosticare: Milan che parte in quarta fascia e finisce quarto, dietro alla squadra di Klopp a punteggio pieno, all'Atletico Madrid e al Porto.
Passano come secondi i campioni di Spagna vincendo la sfida di nervi a Oporto, pur con l'infortunio di Suárez. Ci pensa Griezmann a sbloccare i colchoneros all'ora di gioco, ma la partita si accende veramente con le risse e le espulsioni di Ferreira Carrasco e Wendell. Alla fine in queste situazioni si esalta la squadra di Simeone che sa colpire anche in contropiede, come nel gol di Correa al 90' che chiude il discorso qualificazione già prima dei gol nel recupero di De Paul e Oliveira su rigore per il definitivo 3-1.
Si infrangono al Bernabéu i sogni di primato dell'Inter che si arrende al Real Madrid, pur dimostrando ancora una volta di potersela giocare, come all'andata.
E come all'andata a costruire le occasioni più pericolose nel primo quarto d'ora di gioco sono proprio i nerazzurri (Carvajal prodigioso su Perišić), puniti però dal gran sinistro dalla distanza di Kroos che si infila all'angolino basso imprendibile per Handanović.
Le altre palle gol costruite per Martínez e Perišić non arrivano però al palo centrato da Rodrygo, né soprattutto all'occasione sprecata da Barella a inizio ripresa: l'ex Cagliari lanciato in area praticamente solo davanti a Courtois spara alto, poi azzera le possibilità di primo posto per i nerazzurri.
Perché su una spinta troppo vigorosa di Militão decide di reagire con un pugno dietro al ginocchio del brasiliano beccandosi il rosso diretto.
A quel punto Inzaghi decide di chiudersi, ma si fa schiacciare dai blancos che trovano il raddoppio con un sinistro a giro sul secondo palo di Asensio, appena entrato. L'orgoglio dei nerazzurri si vede comunque, ma i colpi di testa di Dimarco e Škriniar finiscono tra le braccia di Courtois.
Ancelotti può festeggiare il primo posto nel gruppo D, l'Inter si tiene il secondo posto nella speranza di evitare le corazzate Bayern Monaco, Liverpool e Manchester City e che la squalifica di Barella valga solo una giornata.
La squadra di Guardiola perde l'ultima partita a Lipsia per 2-1, ma il fatto grave per i Citizens è l'espulsione di Walker (condotta violenta) che salterà sicuramente almeno l'andata degli ottavi di finale. Ci saranno Messi e Mbappé che trascinano il Paris Saint Germain nel poker sul Bruges: inutile per la classifica del girone, utile per il neo Pallone d'Oro ad arricchire il suo score con un rigore e soprattutto un sinistro a giro sul secondo palo.
Infine, lo strepitoso Haller, vera sorpresa di questa Champions League, che apre le marcature nel poker dell'Ajax sullo Sporting. L'attaccante ivoriano arriva così a segnare in tutte le 6 partite del girone: condivide questo record con Cristiano Ronaldo, con la differenza che i suoi 10 gol sono all'esordio assoluto nella competizione.
Per la serie rimpianti, invece, il 5-0 del Borussia Dortmund sul Besiktas condito dalle doppiette di Reus e Haaland: i gialloneri sono terzi e al playoff per gli ottavi di Europa League proprio per gli scontri diretti a sfavore contro i portoghesi e la doppia sconfitta subita dalla capolista.
Psg-Bruges 4-1
Mbappé 2',7', Messi 38' (P); Rits 68' (B); Messi r 76' (P)
Lipsia-Man. City 2-1
Szoboszlai 24', A. Silva 71' (L); Mahrez 76' (M)
Porto-Atletico Madrid 1-3
Griezmann 56', Correa 90', Carrasco 92' (A); Oliveira r 96' (P)
Milan-Liverpool 1-2
Tomori 29' (M); Salah 36', Origi 55' (L)
Ajax-Sp. Lisbona 4-2
Haller r 8' (A); N. Santos 22' (S); Antony 42', Neres 58', Berghuis 62' (A); Tabata 78' (S)
Bor. Dortmund-Besiktas 5-0
Malen 29', Reus r 45',53', Haaland 68',81'
Real Madrid-Inter 2-0
Kroos 17', Asensio 79'
Shakhtar Donetsk-Sheriff Tiraspol 1-1
Fernando 42' (D); Nikolov 93' (T)
GRUPPO A
Man. City 12
Psg 11
Lipsia 7
Bruges 4
GRUPPO B
Liverpool 18
Atletico Madrid 7
Porto 5
Milan 4
GRUPPO C
Ajax 18
Sp. Lisbona 9*
Bor. Dortmund 9
Besiktas 0
GRUPPO D
Real Madrid 15
Inter 10
Sheriff Tiraspol 7
Shakhtar Donetsk 2