OTTAVI DI FINALE

Mbappé gela il Real Madrid, il City ipoteca i quarti

Il francese regala la vittoria al Psg al 94' dopo un rigore sbagliato da Messi, Bernardo Silva trascina i campioni di Inghilterra contro lo Sporting
   Armando Torro

15 Febbraio 2022 - 23:20

Tempo di lettura: 5 minuti

Nella pioggia di stelle alla fine ha brillato quella più attesa e discussa. È quello che succede spesso in Champions League, magari non proprio con le stesse dinamiche vissute in Paris Saint Germain-Real Madrid.

L'andata degli ottavi di finale al Parco dei Principi è stata un monologo dei padroni di casa, che però sembrava non arrivare mai al dunque: merito di chi non ci voleva stare a fare il semplice spettatore, come Courtois, a differenza del collega Donnarumma.
Il portiere dei blancos ha tenuto lo 0-0 quasi fino alla fine, respingendo anche il rigore di Messi al 62' come 8 anni e mezzo fa, quando l'argentino era il leader indiscusso del Barcellona e il belga era sull'altra riva del Manzanarre a difendere i pali dell'Atletico.
Era l'estate del 2013 e qualche mese prima un giovane francese di origini camerunensi e algerine fu invitato a svolgere un provino con il Real Madrid, chiamato dall'allora direttore sportivo Zidane: si chiamava Kylian Mbappé e ancora non sapeva che la Casa Blanca sarebbe stata disposta a dargli uno stipendio da 50 milioni di euro netti all'anno.
Riavvolgendo il nastro al presente, ecco il numero 7 già campione del mondo che ha giocato contro i suoi probabili futuri compagni di squadra con la voglia di dimostrare effettivamente di valere quell'ingaggio. Sempre ricordando, come ha fatto a fine partita, che gioca per il Paris e farà di tutto per arrivare sul tetto d'Europa già quest'anno, ma soprattutto che è lui la stella più luminosa della squadra, più di Neymar (buon rientro dopo 77 giorni di stop) e del Pallone d'Oro Messi che lo hanno un po' eclissato negli ultimi tempi.

I tifosi parigini ce l'avevano anche con l'ex Monaco quando, facendo una specie di sciopero nel match di campionato contro il Rennes, hanno accusato venerdì scorso la squadra di essere composta da "mercenari" con uno striscione. Nel martedì sera di Champions lo stadio ha registrato il tutto esaurito, ma la sostanza non è cambiata: 1-0 all'ultimo minuto firmato Mbappé.
Ed è stata una firma d'autore: dribbling in mezzo a Vázquez e Militão e destro sotto le gambe di Courtois in uscita, che al quarto tentativo non ha potuto fare nulla.
I 94 minuti del Parco dei Principi hanno raccontato una superiorità territoriale schiacciante degli uomini di Pochettino, sempre con il pallino del gioco in mano e con un pressing ben fatto sulle fonti di gioco madridiste. Si può dire che tra gli italiani in campo, compresa la squadra arbitrale coordinata da Orsato che pure non ha assegnato un secondo rigore al Psg per il pestone di Militão su Verratti, il peggiore è stato Ancelotti: i suoi non hanno creato pericoli e hanno dato la netta impressione di volere lo 0-0 per poi giocarsela nella gara di ritorno al Bernabéu, favoriti dal fatto che in caso di parità non vale più la regola dei gol in trasferta.
Al Madrid è andata anche peggio, per il colpo psicologico di aver subito il gol proprio alla fine ma anche perché tra tre settimane non saranno a disposizione per squalifica due giocatori come Casemiro e Mendy (gli unici diffidati della vigilia) e la strada per la rimonta appare in salita.
Il Paris comunque non può dirsi al sicuro e deve sapere che nella tana dei blancos certi errori, come un rigore calciato non abbastanza angolato, possono costare caro. Anche se, col passaggio di consegne appena avvenuto, sa di poter contare sulla massima professionalità del suo giocatore più rappresentativo.

È difficile, invece, trovare un motivo di preoccupazione per il Manchester City che ha già in tasca la qualificazione per i quarti di finale. La squadra di Guardiola ha surclassato lo Sporting, dando ai campioni di Portogallo, la sconfitta interna più pesante della sua storia europea: 0-5, come nel 2008/2009 contro il Bayern Monaco. Sarà per la voglia di chiudere subito la pratica o di vendicare l'eliminazione dall'Europa League di 10 anni fa e le recenti e cocenti sconfitte in Portogallo tra cui l'ultima finale di Champions, fatto sta che i citizens sono partiti immediatamente col piede sull'acceleratore approfittando di ogni errore della retroguardia biancoverde.
Il giocatore più ispirato non poteva che essere uno cresciuto nel Benfica, e quindi fischiatissimo, cioè Bernardo Silva che ha dato il La al minuto 7 all'azione dell'1-0 inizialmente cancellato per fuorigioco e poi convalidato dal Var e ha raddoppiato 10' più tardi con un sinistro fulmineo in controbalzo su cui Adán non ha potuto nulla. Così come non hanno potuto nulla i padroni di casa in balia dei campioni di Inghilterra per tutto il primo tempo chiuso 0-4, con il tap in di Foden e il sinistro deviato di Silva per la doppietta personale. Guardiola, poi, è un maestro nel gestire il risultato col possesso palla senza inutili accademie, ma l'eccezione nella ripresa è il destro a giro sotto l'incrocio di Sterling per il pokerissimo che non ha spento l'entusiasmo dei tifosi di casa, capaci di cantare per i propri giocatori fino alla fine per il percorso fatto fin qui in Champions League. Perché perdere con una squadra così forte e candidata alla vittoria finale è comunque un onore.

Psg-Real Madrid 1-0
Mbappé 94'
Sp. Lisbona-Man. City 0-5
Mahrez 7', B. Silva 17',44', Foden 32', Sterling 59'




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