Armando Torro | |
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Serviva la partita perfetta e le imperfezioni sono state letali. Una bella Inter, tignosa e determinata, non è riuscita nell'indirizzare l'andata degli ottavi di finale di Champions League contro il Liverpool dalla sua parte per una questione di dettagli, quelli che come al solito fanno la differenza in queste partite.
Dettagli come la traversa centrata da Çalhanoğlu al 16' in una delle azioni simbolo del buonissimo primo tempo degli uomini di Inzaghi che hanno colto il messaggio del loro allenatore: la chiave della pericolosità dei nerazzurri è stato il feroce pressing alto sui portatori di palla dei Reds, per un recupero rapido in zone interessanti del campo. Era la stessa indicazione che ha dato Klopp ai suoi, ma l'Inter, pur rischiando, è stata più brillante nella prima frazione a creare gioco e azioni d'attacco, tanto che l'unico tentativo ospite verso la porta di
Handanovič è arrivato con un calcio di punizione di Alexander Arnold finito a lato.
C'è il rammarico di non aver saputo sfruttare le azioni in campo aperto uno contro uno o due contro due davanti a Van Dijk e Konaté che hanno fermato senza grossi problemi
Džeko e Martínez: per la verità l'argentino, tra i più attesi dal pubblico di San Siro insieme a Vidal sostituto dello squalificato Barella, è stato quello che ha sfiorato per primo il gol ed è stato fermato per un fuorigioco inesistente.
C'era, purtroppo per i nerazzurri, quello del bosniaco lanciato solo davanti all'ex compagno di squadra Alisson e bravo comunque a mettere il pallone in fondo alla rete. Ma c'è un ma: la conclusione dell'ex Roma è stato di fatto l'unico tiro in porta dell'Inter in tutta la partita e il grande sforzo profuso nei primi 20' della ripresa ha portato solo a errori nell'ultimo passaggio (Perišić verso Martínez) o di decisione (Vidal solo in area che stoppa e non tira), pur spaventando il Liverpool.
E poi la differenza del potenziale tra le due squadre si è visto con gli ingressi dalla panchina, non solo per qualità ma anche per esperienza: i Reds avevano a disposizione Firmino, Luis Díaz, capitan Henderson, Milner e Keita; nell'Inter solo Sánchez aveva una certa caratura internazionale.
Proprio il 9, a cui era stato preferito Diogo Jota, ha sbloccato la partita al 75' su calcio d'angolo con un colpo di testa in anticipo su Bastoni che ha sorpreso Handanovič e ha iniziato a mettere la strada decisamente in salita per i campioni d'Italia.
È stato un gol che ha arrestato l'entusiasmo nerazzurro anche perché raramente la squadra di Inzaghi è stata punita su situazioni di palla inattiva. Ovviamente, poco dopo la reazione col destro di Perišić alto, al primo colpo di stordimento è seguito quello del ko firmato Salah fino a quel momento ben controllato dalla difesa, in un'azione nata dagli sviluppi di un calcio piazzato e conclusa con la sfortunata deviazione di Brozović: così l'egiziano è diventato, dopo Crouch col Tottenham nel 2010/2011, il secondo calciatore capace di segnare sia al Milan che all'Inter nella stessa edizione della Champions League.
Sempre guardando al passato, proprio come 14 anni fa l'andata degli ottavi contro il Liverpool si è risolta in meno di 10' e ha premiato gli inglesi per 2-0: la differenza, oltre all'aver subito i gol giocando in parità numerica, è che stavolta il ritorno sarà ad Anfield e l'assenza della regola del gol in trasferta gioca tutta a favore di Klopp.
Mentre a San Siro gli ospiti facevano rispettare il pronostico dei sorteggi, alla Red Bull Arena di Salisburgo è andata in scena la prima (mezza) sorpresa della fase a eliminazione diretta perché gli austriaci padroni di casa hanno fermato sull'1-1 il Bayern Monaco a trazione anteriore di Nagelsmann. Di più, i 5 giocatori offensivi schierati in campo dall'ex allenatore dell'Hoffenheim hanno creato pericoli veri solo dopo il vantaggio del Salisburgo al 21' a opera del neo entrato Adamu su una ripartenza rapida gestita da Adeyemi e la successiva occasione per il raddoppio sventata da Ulreich su Aaronson.
Sané e Coman sono stati i più attivi nei tentativi di arrivare al pareggio riuscendo a saltare i diretti avversari e a far saltare il castello difensivo ben eretto da Jaissle che ha ingabbiato il pericolo numero uno Lewandowski. Ma se il Bayern alla fine se l'è cavata lo deve a Pavard che a 10' dalla fine ha negato la doppietta ad Adamu a botta sicura dopo la respinta di Ulreich su Adeyemi: senza di lui sarebbe stato 2-0 e la qualificazione avrebbe iniziato a prendere la strada austriaca. Invece proprio al 90' la spizzata di Müller sul classico pallone buttato in area dalla trequarti ha trovato Coman sul secondo palo e il sinistro del francese ha scritto l'1-1 finale che riporta calma tra i tifosi bavaresi e consapevolezza che all'Allianz Arena sarà più facile confermare il ruolo da favoriti per l'accesso ai quarti.
Inter-Liverpool 0-2
Salah 75, Firmino 83'
Salisburgo-Bayern Monaco 1-1
Adamu 21' (S); Coman 90' (B)