Armando Torro | |
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Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? È la domanda che si faranno e a cui tenteranno di dare una risposta nelle prossime ore i tifosi della Juventus dopo il pareggio contro il Villarreal nell'andata degli ottavi di finale di Champions League.
È vero che la squadra di Emery è la sesta forza della Liga, ma è altrettanto vero che nel girone ha spedito
l'Atalanta
in Europa League, di cui è la vincitrice della scorsa edizione, vincendo la sfida decisiva a Bergamo.
Magari partendo da queste considerazioni Allegri ha scelto di ridisegnare tatticamente i suoi con un 3-5-2 che ha fatto di necessità virtù considerate le assenze: Alex Sandro e Danilo più stretti e De Ligt al centro, Cuadrado e De Sciglio esterni a tutta fascia e Morata, defilato a sinistra, a supporto di Vlahović all'esordio assoluto in Champions.
Ecco, praticamente nessuno si è accorto della disposizione dei bianconeri perché il serbo ha impiegato solo 33 secondi per timbrare il cartellino scattando in mezzo ad Albiol e Pau Torres sul lancio di Danilo, controllando di petto e scagliando il pallone in porta con un diagonale rasoterra di destro, teoricamente il suo piede debole.
Un record assoluto per gli esordienti juventini, un record a metà per gli esordienti in generale: dal primo minuto sì, Vlahović ha battuto l'ex bianconero Möller (37"48 in Borussia Dortmund-Juventus del 13 settembre 1995); ma dall'ingresso in campo no, meglio di lui fece Konoplyanka (19" in Siviglia-Borussia Mönchengladbach del 15 settembre 2015, partita dello stesso girone della Vecchia Signora in cui l'ucraino entrò al minuto 83).
Piccole questioni, comunque, davanti al resto della partita vista all'Estadio de la Cerámica di Vila-real: il sottomarino giallo non è affondato, ma al contrario ha contrattaccato creando pericoli dalle parti di Szczesny.
A cominciare dal palo centrato da Lo Celso, col portiere polacco spiazzato, su un'azione costruita dalla percussione di Pedraza, vera spina nel fianco con gli inserimenti insieme a Parejo e i velocisti Chukwueze e
Danjuma Groeneveld
che hanno confezionato la seconda grande occasione dei padroni di casa nel primo tempo. Eppure i bianconeri hanno retto contro il possesso palla del Villarreal nei 45', provando anche a colpire per esempio col tiro da fuori di Locatelli finito alto.
Poi è cambiato qualcosa, cioè la disposizione dei tre centrali con l'ingresso di Bonucci per Alex Sandro nell'intervallo e il conseguente spostamento di De Ligt a fare da braccetto di sinistra. Una mossa che forse Allegri non avrebbe dovuto fare perché proprio dalla catena di sinistra la Juve ha perso più palloni in fase di uscita dal pressing (più convinto) del Villarreal e non hanno funzionato granché neanche i lanci lunghi per le punte, eccezion fatta per la primissima occasione della ripresa capitata a Morata che ha calciato alla destra della porta di Rulli. Per il resto, grazie a un recupero palla col pressing alto e a una maggiore freschezza e qualità a centrocampo, la squadra di Emery si è fatta sempre più pericolosa con i tentativi di Alberto Moreno e Parejo, letale al 66' sull'imbucata di Capoue con controllo e tiro rapido di sinistro sul primo palo contro un incolpevole Szczesny. Chi ha avuto enormi colpe, a parte il sospetto fallo su Vlahović a inizio azione, sono stati Rabiot che si è fatto scappare il centrocampista spagnolo alle spalle e De Ligt che anziché coprire la sua zona di competenza nell'area di rigore si trovava al centro a marcare praticamente Bonucci e lasciare una prateria all'ex Valencia.
Proprio per questo punto si torna alla domanda iniziale: c'è da essere ottimisti per la prontezza dimostrata dal nuovo numero 7, che si è costruito anche l'ultima occasione a 6' dalla fine, o c'è da preoccuparsi per le amnesie mostrate in fase difensiva (compresa l'entrataccia di Rabiot su Chukwueze punita solo col giallo) e la mancanza di fantasia in attacco? Entrambe le cose, sperando comunque che Allegri abbia a completa disposizione capitan Chiellini e Dybala per il ritorno all'Allianz Stadium del 16 marzo, che è praticamente da vedere come una finale da giocare in casa, essendo stata abolita la regola del gol in trasferta.
Chi di finali se ne intende, invece, è il Chelsea che proprio grazie al man of the match di Oporto ha messo in discesa la sua partita contro il Lille a Stamford Bridge: Havertz ha fatto centro al terzo tentativo in 8' con il colpo di testa sul calcio d'angolo di Ziyech e ha premiato la scelta di Tuchel che lo ha preferito dall'inizio a Lukaku, reduce da pessime prestazioni in Premier, per dialogare nel tridente completato da Pulisic. In panchina ci è finito anche Jorginho, ma a centrocampo Kanté ha come al solito fatto per due, così come Thiago Silva che ha respinto la maggior parte degli attacchi dei campioni di Francia.
Pochi pericoli corsi da Mendy, solo un paio di tiri terminati sul fondo da parte di David, mentre dall'altra parte Marcos Alonso ha impensierito in maniera più seria due volte Jardim alla seconda presenza in carriera in Champions: la prima il 10 dicembre 2019 era proprio un Chelsea-Lille e subentrò a Maignan.
Alla fine il portiere brasiliano si è arreso anche a Pulisic che al 63' ha rifinito per il 2-0 sfruttando la solita ripartenza in coast to coast di Kanté: il fantasista americano di origini croate ha poi lasciato spazio a Werner a 10' dalla fine nell'ultimo slot per i cambi sfruttato da Tuchel, che ha lasciato in panchina Lukaku fino al triplice fischio finale. Forse l'ex Inter troverà spazio in campionato, più probabilmente lo farà nella partita di ritorno a Lille tra tre settimane, sapendo che la qualificazione dei campioni d'Europa e del mondo in carica dovrebbe essere una formalità.
Villarreal-Juventus 1-1
Vlahović 1' (J); Parejo 66' (V)
Chelsea-Lille 2-0
Havertz 8', Pulisic 63'