Armando Torro | |
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Ancora una vittoria, un pareggio e una sconfitta per le squadre italiane in Europa League: è successo all'andata e così è stato anche al ritorno del playoff per l'accesso agli ottavi di finale, solo che questo ha comportato la riduzione da tre a una sola rappresentante del tricolore.
Certamente, giudicando i risultati di giovedì scorso, gli occhi erano puntati su Napoli e Lazio che avevano due missioni difficili ma non impossibili. Quelle lo diventano quando si commettono errori gravi, soprattutto in fase difensiva, come quelli che hanno significato un inizio choc degli azzurri al Maradona contro il Barcellona.
È vero che la squadra di Xavi, migliorata decisamente nella sessione invernale del calciomercato, è superiore ma quella di Spalletti ci ha messo decisamente del suo nel primo quarto d'ora: sembrava che i giocatori fossero rimasti ancora al messaggio per la pace tra Russia e Ucraina condiviso con i catalani al centro del campo tramite lo striscione "Stop War".
Non è ammissibile, infatti, partire da un calcio d'angolo a favore e farsi trovare scoperti a 50 metri dalla porta lasciando spazio al velocista Adama Traoré come in occasione del vantaggio blaugrana dopo 8' con Jordi Alba né regalare palla a De Jong con una respinta addosso e farlo andare al tiro senza provare il minimo contrasto 5' più tardi. Così tutte le premesse di fare una partita simile al primo tempo del Camp Nou si sono sgonfiate e nemmeno l'uscita sconsiderata di Ter Stegen su Osimhen per il rigore del momentaneo 1-2 trasformato da Insigne (ultimo gol europeo per il capitano, poi uscito tra i fischi) ha rimesso realmente in carreggiata il Napoli, che al contrario ha continuato a subire il palleggio e il pressing del Barcellona che ricordava vagamente quello dei bei tempi guardioliani.
La parola fine sulle speranze azzurre l'ha scritta Piqué a ridosso dell'intervallo con una girata da attaccante sugli sviluppi di un calcio d'angolo e non è una scusa la posizione di fuorigioco di Aubameyang che si trovava sulla traiettoria del diagonale mancino del difensore. Conta il fatto che i padroni di casa, chiamati nel nome di Maradona, a fare una grande prestazione si siano liquefatti davanti a un Barça troppo più forte e capace di affondare quando voleva, fermandosi solo dopo il poker firmato da Aubameyang al 59'. Solo a quel punto la squadra di Xavi ha staccato la spina e si sono viste delle azioni interessanti a cercare la profondità e la fisicità di Osimhen prima e di Petagna poi, con il gol della consolazione di Politano grazie al blitz in pressing di Mario Rui. Per il resto, il dato statistico sportivo è quello della seconda sconfitta europea del Napoli in casa con un passivo di almeno quattro gol: anche contro il Manchester City di Guardiola, che diede una lezione a Sarri, finì 2-4.
Proprio dal loro passato ripartiranno i partenopei che nel posticipo domenicale faranno visita alla Lazio, l'altra delusa dal giovedì sera, ma con una differenza.
I biancocelesti avevano il rimpianto della rimonta subita all'andata dal Porto e dell'assenza di Immobile, che rientrando in campo all'Olimpico ha dimostrato di non aver perso lo smalto sotto porta: tre i gol del capitano biancoceleste, con il dettaglio non trascurabile che nel tabellino della partita ne è finito uno solo, quello di mezzo con lo scatto a lasciare indietro Pepe e trafiggere Diogo Costa sul primo palo, mentre gli altri due sono stati annullati per fuorigioco. La Lazio sembrava in controllo, ma l'esperienza degli uomini allenati dal grande ex Conceição è venuta fuori col passare dei minuti, compresa quella in area di rigore: bravo Taremi a cercare il contatto con Milinković Savić, ingenuo il serbo nel mettere la gamba e colpire l'iraniano, attento il Var Dankert a segnalare il tocco all'arbitro Aytekin che inizialmente aveva ammonito il 9 dei dragões per simulazione e poi ha assegnato il penalty. Dagli undici metri Strakosha ha solo intuito il tiro di Taremi che ha cambiato l'inerzia della partita: la Lazio non ha più imposto il suo ritmo e c'è stato un botta e risposta nelle azioni tra padroni di casa e ospiti.
Così a inizio ripresa, quando Pepé in tuffo ha mancato di pochi centimetri la porta e lo stesso ha fatto Luis Alberto col destro sulla sponda di testa di Milinković Savić e poi ancora Strakosha si è esibito in un doppio intervento a respingere le conclusioni da fuori area di Otávio e Vitinha. Nulla ha potuto ancora per il gol dell'1-2 messo a segno da Uribe pescato con la scucchiaiata in area biancoceleste di Taremi e lo stesso si sarebbe potuto dire del collega Diogo Costa su altri tre tiri di Luis Alberto, uno uscito di un soffio alla sinistra del palo, l'altro stampato sulla traversa e l'altro ancora murato da Bruno Costa a cavallo del minuto 80. La squadra di Sarri non ha perso fiducia, ma ha continuato a spingere per cercare il 2-2 che avrebbe fatto scoccare la scintilla per l'assalto finale, solo che questo è arrivato nel recupero con Cataldi dopo il secondo legno colpito da Immobile che poco prima aveva centrato in pieno la faccia del portiere.
Chi non ha sbagliato nulla è l'Atalanta che contro l'Olympiacos partiva già dalla vittoria dell'andata e dalla posizione di favorita rispetto ai greci, solo che Gasperini ha tenuto alta la concentrazione dei suoi al Pireo. I nerazzurri sono tornati a esprimere il loro calcio di azioni rapide e in verticale, spinte sulle fasce e conclusioni degli esterni, tanto che il gol del vantaggio, che ha messo al sicuro la qualificazione al 40' è arrivato con l'imbucata esterna per Maehle che ha controllato e trafitto Vaclik di punta in stile futsal, rendendo inutile il tentativo di recupero di Papastathopoulos. Il pericolo numero uno Tiquinho Soares è stato ben controllato dalla difesa, così Gasperini ha potuto effettuare un cambio offensivo inserendo Boga per Pašalić per far male ai greci e così è stato: da due iniziative dell'ex Sassuolo sono arrivati i due gol di Malinovskyi col suo sinistro che fa tanto male, ma non come la guerra. Infatti l'ucraino di Zytomir che nel 2013/2014, periodo della rivoluzione di Euromaidan e del doppio referendum di Donbass e Crimea, giocava a Lugansk nello Zorya ha "esultato" al primo gol mostrando sotto la divisa della Dea una maglietta e la scritta col pennarello "No war in Ukraine" ricevendo il sostegno di Demiral per mostrarla alle telecamere e poi l'abbraccio di tutta la squadra al meraviglioso sigillo del 3-0 sotto l'incrocio dei pali. Malinovskyi ha fatto calare il sipario sulla partita e, con il volto che faceva trasparire comunque preoccupazione, ha dato un messaggio di speranza per farlo calare anche sull'escalation militare, diverso da quello lanciato poco meno di 24 ore prima dal connazionale Yaremchuk col tryzub a Lisbona.
Tra i verdetti di questo particolare giovedì europeo ci sono state le eliminazioni di Dinamo Zagabria e Zenit che non sono riuscite a rimontare le sconfitte contro le sivigliane all'andata e quella del Borussia Dortmund che a Glasgow contro i Rangers ha sprecato tanto e ha solo pareggiato subendo la doppietta del difensore goleador Tavernier. Il Lipsia ha portato a casa la qualificazione col colpo in trasferta all'Anoeta contro la Real Sociedad avendo tra i protagonisti, sia in positivo che in negativo, l'ex milanista André Silva, mentre solo il Braga è riuscito a ribaltare il pronostico di una settimana fa vincendo 2-0 nei tempi regolamentari contro lo Sheriff Tiraspol e portandosi a casa la qualificazione ai rigori.
Tra poche ore l'attenzione dell'Europa sportiva si sposterà a Nyon dove alle 12 ci sarà il sorteggio degli ottavi di finale in programma il 10 e il 17 marzo: le squadre prime classificate nella fase a gironi sono considerate teste di serie e ognuna di queste potrà pescare una delle vincenti del playoff, ad eccezione di quelle della stessa nazione (caso che vale solo per il Lipsia), avendo il vantaggio di giocare il ritorno in casa.
Lazio-Porto 2-2
Immobile 19' (L); Taremi r 31', Uribe 68' (P); Cataldi 94' (L)
Olympiacos-Atalanta 0-3
Maehle 39', Malinovskyi 67', 69'
Dinamo Zagabria-Siviglia 1-0
Oršić r 64'
Real Sociedad-Lipsia 1-3
Orban 39', A. Silva 59' (L); Zubimendi 65' (S); Forsberg r 89' (L)
Napoli-Barcellona 2-4
Alba 8', De Jong 13' (B); Insigne r 23' (N); Piqué 45', Aubameyang 59' (B); Politano 87' (N)
Rangers-Bor. Dortmund 2-2
Tavernier r 22' (R); Bellingham 31', Malen 41' (D); Tavernier 57' (R)
Real Betis-Zenit 0-0
Braga-Sheriff Tiraspol 2-0 (3-1 ai tdr)
Medeiros 17', R. Horta 42'
TESTE DI SERIE
Stella Rossa (SER)
Eintracht Francoforte (GER)
Galatasaray (TUR)
Bayer Leverkusen (GER)
Lione (FRA)
Monaco (FRA)
Spartak Mosca (RUS)
West Ham (ING)
VINCITRICI PLAYOFF
Atalanta (ITA)
Barcellona (SPA)
Real Betis (SPA)
Siviglia (SPA)
Lipsia (GER)
Porto (POR)
Rangers (SCO)
Braga (POR)