Armando Torro | |
|
Tempo di lettura: 4 minuti
Nessuna squadra italiana sarà ai quarti di finale di Champions League per il secondo anno consecutivo. L'ultima speranza era riposta nella Juventus e nella "finale in casa", come l'aveva definita Allegri, contro il Villarreal dopo l'1-1 dell'andata.
Solo che le finali europee sono spesso state indigeste ai bianconeri e quella dello Stadium non ha fatto eccezione, nonostante i favori del pronostico.
La Juve ha provato a farlo rispettare soprattutto nella prima metà del primo tempo, quando il 3-5-2 disegnato dal tecnico livornese con gli esterni Cuadrado e De Sciglio ha messo all'angolo i detentori dell'Europa League e Rulli ha compiuto due interventi prodigiosi sui colpi di testa di Morata e Vlahović, che ha colpito anche una clamorosa traversa.
Ecco, il momento sliding doors è arrivato proprio al 21' quando gli oltre 30mila tifosi della Vecchia Signora erano pronti a esultare al gol del numero 7. Invece il legno ha svegliato gli uomini di Emery sia per quanto riguarda la risposta offensiva sia per quella difensiva perché il Villarreal ha iniziato a mettersi in ogni azione juventina con almeno 8 uomini dietro la linea del pallone, chiudendo gli spazi e costringendo Arthur, Locatelli e Rabiot a un giropalla molto lento e qualche sporadico tentativo da fuori.
Nella ripresa il pallone è passato da una fascia all'altra senza creare la minima apprensione nella coppia di centrali Albiol-Pau Torres e anche per questo il sottomarino giallo ha iniziato a crederci. Poi il capitolo cambi: appena scoccato il terzo quarto di gara Emery ha cambiato le fasce e inserito Gerard Moreno per Lo Celso dimostrando di volerci provare seriamente, mentre Allegri ha lasciato in panchina Dybala, Bernardeschi e Kean.
Sono entrati quando ormai era troppo tardi, dopo che Rugani aveva steso in area Coquelin per il rigore trasformato da Moreno che Szczesny è riuscito solo a toccare.
La Joya però non ha inciso, Vlahović non ha avuto più un pallone giocabile e, anzi, ha mancato quello che passava dalle sue parti su un calcio d'angolo per gli spagnoli sulla sponda di Aurier che ha trovato Pau Torres a realizzare il tap in dello 0-2 al minuto 85.
Da lì il blackout totale dei bianconeri palesato al 90' con lo svarione sulla trequarti di Danilo sul pressing di Moreno e soprattutto dalla goffa caduta di De Ligt nel tentativo di chiudere il tiro di Danjuma Groeneveld, fermato col braccio. Dal dischetto proprio il castigatore dell'Atalanta non ha sbagliato e ha servito un (doppio) tris da incubo per i bianconeri: eliminati per la terza consecutiva agli ottavi, stavolta dalla settima forza della Liga e con un passivo che allo Stadium non si vedeva dal 9 maggio scorso contro il Milan.
Evidentemente sbagliava chi sottovalutava il sottomarino giallo guidato da Emery che in Europa ha un'altra marcia e lo aveva già dimostrato a dicembre eliminando sempre a domicilio la squadra di Gasperini.
In Champions League è vietato fare errori del genere e questo vale per tutti, anche per il Chelsea campione in carica che a Lille se l'è vista brutta. Specie dopo il rigore causato dal fallo di mano di Jorginho trasformato da Yilmaz per il vantaggio dei campioni di Francia (ma attualmente sesti in Ligue 1) partiti decisamente meglio della squadra di Tuchel. I blues hanno aggiustato il match alla fine del primo tempo con il piazzato di Pulišić servito da Jorginho, che si è fatto perdonare l'errore precedente, e sul colpo di testa di Xeka è stato provvidenziale il palo a salvare Mendy.
Poi ci ha pensato capitan Azpilicueta a chiudere il discorso qualificazione con l'inserimento vincente sul secondo palo sul cross di Mount. Il 2-1 esterno forse non basterà al Chelsea per accantonare le difficoltà societarie, ma sicuramente è un segnale inviato a tutte le altre qualificate ai quarti: per la vittoria finale si dovranno fare ancora i conti con Tuchel e i suoi ragazzi.
Juventus-Villarreal 0-3
G. Moreno r 78', P. Torres 85', Danjuma Groeneveld r 91'
Lille-Chelsea 1-2
Yilmaz r 38' (L); Pulišić 48' pt; Azpilicueta 71' (C)