Armando Torro | |
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Le semifinali di Champions League saranno un doppio scontro tra Spagna e Inghilterra: dopo le due spagnole Real Madrid e Villarreal, approdate il martedì, la notte del mercoledì ha portato con due pareggi Manchester City e Liverpool al penultimo atto della competizione.
La qualificazione della squadra di Guardiola è stata in bilico fino al minuto 102 al Wanda Metropolitano di Madrid, dove l'Atletico ha dimostrato di poter giocare sia con grande compattezza in difesa, come all'andata, sia con grande qualità e verticalità in attacco e ha schiacciato un avversario complessivamente più forte negli ultimi 30 metri, a dispetto di chi (vedendo forse 4 partite all'anno dei colchoneros) bolla la squadra come "l'anticalcio".
Eppure, rispetto a martedì scorso l'undici iniziale di Simeone differiva solo Lemar per Vrsaljko dall'inizio con Llorente esterno destro a tutta fascia nel 3-5-2 e una squadra col baricentro più alto di 15 metri. Comunque i citizens, con Foden e Walker preferiti a Sterling e Aké, hanno creato poco: una occasione da gol per tempo capitata a Gündoğan, cioè un palo alla mezz'ora e l'unico tiro in porta arrivato al 96' con i rojiblancos in inferiorità numerica. Ancora una volta l'ex Rodri è stato poco ispirato e sopraffatto fisicamente da Kondogbia (tra i migliori in campo con le sue aperture e le sue verticalizzazioni), Lodi e Llorente hanno potuto spingere sulle fasce e la coppia leggera João Félix-Griezmann ha potuto dialogare più facilmente, con l'acuto del francese che a inizio secondo tempo ha suonato la carica.
Tra i cambi offensivi dei padroni di casa si è notata la presenza di Ferreira Carrasco, al rientro dalle tre giornate di squalifica, che ha sfondato e di De Paul che ha avuto due volte sul destro la palla dell'1-0. Magari se il signor Siebert avesse fatto maggiore attenzione avrebbe notato l'aggancio di Cancelo sulla caviglia di Correa in area di rigore inglese al 77' e la qualificazione avrebbe preso un'altra direzione... così anche se Stones non avesse deviato il tiro a botta sicura di Cunha 8' più tardi e sul calcio d'angolo seguente Savić fosse andato con più convinzione dopo la respinta incerta di Ederson, replicata al 12' di recupero su Correa per tenere lo 0-0.
E in una partita in cui il City messo alle corde da un Atleti "coraje y corazón", come hanno cantato più volte i tifosi citando l'inno, ha giocato un calcio "preistorico", o di esperienza con tante perdite di tempo, non potevano mancare gli episodi di nervosismo dentro e fuori dal campo. Innanzitutto il calcio rifilato da Felipe a Foden dopo una chiusura in scivolata in fallo laterale al 90': il fantasista inglese è rotolato fuori e dentro il campo e, mentre Felipe cercava di rialzarlo con veemenza, Zinchenko - che non doveva trovarsi in prossimità della linea del fallo laterale in quanto le sostituzioni degli ospiti erano finite e non c'era nessuna necessità di fare riscaldamento - è intervenuto a difendere il suo compagno e ha fatto partire la rissa con l'intervento di Savić. Il montenegrino è stato il protagonista anche della rissa del post partita con una tirata di capelli a Grealish in campo e vari tentativi di calci nel tunnel che porta agli spogliatoi, per cui è dovuta intervenire la polizia.
È stato l'epilogo di due partite certamente intense, in cui i due allenatori hanno saputo interpretarne correttamente le fasi e le palle gol sono state in parità, decise da una grande giocata del singolo, quella che è mancata all'Atletico che tanto voleva il derby madrileno in semifinale.
Ad affrontare il Real di Ancelotti sarà quindi Guardiola: se vuole raggiungerlo nel club degli allenatori che hanno vinto tre volte la Champions League dovrà dimostrare di aver imparato le due lezioni di calcio (con 5 gol) ricevute l'ultima volta 8 anni fa.
Parlando sempre di allenatori e di ultime volte, Klopp ha riportato il Liverpool in semifinale di Champions a distanza di 3 anni e vorrà certamente replicare quanto fatto nel 2019, anche allora affrontando una spagnola al penultimo atto. Anche lui, forse concentrato più sulla semifinale di FA Cup di sabato contro il Manchester City, dovrà assimilare e trasmettere ai suoi calciatori un concetto, cioè quello di non dare le cose per scontato.
Perché ad Anfield il Benfica di Veríssimo ha saputo rimontare due volte i reds e ha sfruttato gli spazi alle spalle della difesa (per tre quarti di riserva) schierata alta da Klopp, mentre dall'altra parte ha limitato i danni, almeno nel primo tempo, contro il tridente inedito Luis Díaz-Firmino-Diogo Jota.
Al bis concesso da Konaté, ancora con un colpo di testa su calcio d'angolo da sinistra come all'andata, ha risposto Gonçalo Ramos dopo il tocco arretrato involontario di Milner, invece a inizio ripresa Firmino ha approfittato del regalo della difesa portoghese per riportare avanti i suoi.
Il brasiliano, finito dietro nelle gerarchie in attacco, ha fatto capire a Klopp di essere molto utile al 65' spedendo in porta al volo col piatto destro il traversone su punizione di Tsimikas (due assist per non far rimpiangere il titolare Robertson).
Ma proprio quando tutto Anfield era convinto di aver chiuso sia il discorso qualificazione che la partita, ecco che il Benfica ha mostrato l'orgoglio e rimontato con Yaremchuk e Núñez che hanno ingannato sia la difesa dei padroni di casa che l'assistente di Gozobuyuk, il quale entrambe le volte aveva segnalato il fuorigioco.
A salvare il risultato ci ha pensato Alisson sul gran destro al volo dello scatenato Núñez, che nel recupero ha depositato ancora il pallone in rete ma per la seconda volta da posizione irregolare.
Il 3-3 finale è stato uno spettacolo che ha confermato il merito delle aquile portoghesi nell'essere arrivate tra le prime 8 d'Europa, dato che il Liverpool non subiva tre reti casalinghe in Champions dall'11 marzo 2020 contro l'Atletico Madrid, e la necessità per ogni squadra di non sottovalutare un avversario sulla carta più debole, cosa che i reds non dovranno fare contro il Villarreal.
Atletico Madrid-Man. City 0-0
Liverpool-Benfica 3-3
Konaté 21' (L); G. Ramos 32' (B); Firmino 55',65' (L); Yaremchuk 73', Núñez 81' (B)