Redazione MRB.it | |
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Come riporta l'edizione odierna della Gazzetta del Mezzogiorno, sono state sequestrate le quote del Martina Calcio in una operazione più ampia, che riguarda il vice-presidente dei biancazzurri, Luciano Soldano. Questo l'estratto dell'articolo di Francesco Casula:
Ci sono anche le quote societarie del Martina Calcio tra i 900mila euro sequestrati dai militari della Compagnia di Martina Franca della Guardia di Finanza al termine di un’indagine nei confronti dell’imprenditore Luciano Soldano, copresidente della compagine calcistica della Valle d’Itria e titolare della «Bionix World ou», una società accusata di non aver dichiarato ricavi per circa 6 milioni di euro.
Il provvedimento disposto dal Tribunale di Taranto su richiesta del pubblico ministero Raffaele Graziano, ha riguardato un’impresa che operava nel commercio all’ingrosso di macchinari e aveva una formale residenza fiscale in Estonia un paese estero, ma il centro direzionale nel territorio italiano. Questo sistema, secondo i finanzieri, avrebbe generato un croevia di scambi commerciali, configurando la fattispecie illecita della cosiddetta «esterovestizione» societaria. In sostanza la sede formale all’estero era di fatto priva oltre che di organizzazione commerciale e amministrativa, anche di automezzi idonei al trasporto delle merci. Inoltre, l’immobile, dichiarato come sede principale, era ubicato in zona che per i militari era di chiara tipologia residenziale e quindi non avena neppure le sembianze di un opificio commerciale.
L'avvocato Gaetano Vitale, difensore dell'imprenditore Soldano, ha annunciato alla Gazzetta il ricorso al tribunale del riesame contro il sequestro e negato l'ipotesi della esterovestizione: «la società – ha spiegato il legale – è una società estera, non estero vestita come sostiene l'accusa. Eravamo a conoscenza dell'indagine e non abbiamo fatto alcuna operazione per occultare o mascherare niente. Il mio assistito è effettivamente residente all'estero, è iscritto regolarmente all'Aire, il registro degli italiani per i residenti all'estero, ennesima dimostrazione che tutto è sempre stato fatto nel massimo del rispetto della legge»