Ultimi preparativi in casa Gioiella Prisma Taranto in vista della prossima stagione. Con il mercato praticamente chiuso con l’ultimo arrivo in rossoblù del secondo libero Luzzi proveniente dal Volley Club Grottaglie, resta libero solo lo slot relativo al quarto centrale.
Il colpo del mercato ionico è senza dubbio l’ingaggio dello schiacciatore Lanza che, dopo aver vestito lo scorso anno la maglia dello Skra Bełchatów, si appresta a diventare leader della Gioiella Prisma Taranto.

Filippo sei stato il primo acquisto ufficializzato dalla Gioiella Prisma Taranto, ritorni in Italia dopo la parentesi polacca, cosa ti ha spinto ad accettare?
“La società mi stava dietro da un po' di tempo, ho notato molto interesse nei miei confronti e il progetto che mi è stato prospettato mi ha convinto ad accettare. Avevo anche il desiderio di tornare in Italia e rimettermi in gioco in questo campionato; ho colto l’occasione anche per capire a che punto sono della mia carriera sportiva. Torno in Italia con un obiettivo diverso rispetto a quello che ho avuto in passato ma pur sempre un obiettivo molto grande”.

Nella passata stagione hai giocato in Polonia dove il volley è molto sentito. Quali sono le sostanziali differenze tra il volley polacco e quello italiano?
“Il volley in Polonia ha un seguito pazzesco, non solo nelle partite di cartello. Ogni compagine ha gruppi di tifosi numerosissimi che seguono la squadra ovunque. La differenza sostanziale è nel livello tecnico: il campionato polacco è molto più equilibrato, non ci sono quelle tre/quattro squadre come in Italia che fanno praticamente un campionato a parte, anche se, quest’anno in Italia c’è stato più equilibrio. Quello polacco è comunque un campionato difficile da giocare, quasi impossibile. Ogni giornata può succedere di tutto, puoi vincere o perdere con la prima o con l’ultima”.

Hai alle spalle tantissimi successi sia in ambito nazionale che in ambito internazionale, quale annata ricordi con particolare entusiasmo?
“Effettivamente alle spalle ho davvero tanti ricordi, ho vissuto tantissime esperienze e ognuna mi ha dato tantissime emozioni. In ambito internazionale e nazionale ci sono state varie situazioni che hanno provocato scalpore e soddisfazione nella mia carriera ma, quello che più mi interessa è il dopo, le esperienze nuove e i nuovi stimoli. Mi piace più pensare a quel che sarà rispetto a quel che ho fatto”.

Hai dichiarato di essere nell’età giusta per prenderti più responsabilità ma cosa ti aspetti dalla prossima stagione?
“So che nella prossima stagione ci sarà da soffrire e spero di riuscire a creare intorno a me e intorno alla squadra l’ambiente giusto. Un ambiente che abbia voglia di lavorare per gli obiettivi che ci prefisseremo. Per me quello che conta è creare un gruppo unito sia nella sconfitta che nella vittoria. Nel gruppo ogni ruolo ha la sua importanza e ho imparato che se il gruppo è solido le difficoltà, anche se sono grandi, si affrontano più facilmente. Anche lo scorso anno in Polonia, nonostante avessimo in squadra dei grandissimi nomi, abbiamo avuto tante difficoltà perché è mancata sia la tenacia che la coesione. A Taranto avremo un roster composto da bravi talenti che hanno già giocato in circostanze difficili, sarà importante trovare l’unione il prima possibile”.

La Superlega diventa ogni anno più competitiva ed imprevedibile, pensi che Taranto con il roster allestito si possa considerare una mina vagante?
“Assolutamente si, i conti ovviamente si fanno alla fine, ma il gruppo che è stato allestito è sicuramente molto competitivo. Ci sono giocatori che in Europa hanno girato tanto e hanno imparato tanto nei diversi campionati e questo non è da sottovalutare. Inoltre i ragazzi meno esperti avranno sicuramente tanta voglia di emergere e saranno utilissimi sia in allenamento che in partita”.