Nei giorni scorsi in Consiglio Comunale ha presentato una mozione, Gianni Liviano, consigliere di maggioranza da sempre schierato con la coerenza e la propositività dell'azione politica. Abbiamo voluto ascoltarlo per capire un po' di più sul braccio di ferro tra il sindaco di Taranto Melucci e il Commissario Straordinario per il Giochi del Mediterraneo Ferrarese.

Dottor Liviano, in queste ultime settimane abbiamo assistito a una diatriba molto aspra tra Ferrarese e Melucci senza che si sia fatta chiarezza sui ruoli e su chi deve fare cosa.
Io credo che questo braccio di ferro nasca dal fatto che in ballo c'è la partita sugli appalti. Il Commissario Ferrarese rivendica il suo ruolo. Naturalmente, in questi casi, il Comune è l'organo che più di tutti tutelerebbe maggiormente i lavori sulle infrastrutture dei Giochi, e Melucci, che all'inizio vedeva di buon ochhio l'arrivo del Commissario, si è forse sentito spogliato del suo ruolo.

L'impressione è che sopra le teste (e sulla pelle) dei tarantini si stia svolgendo una battaglia politica tra Emiliano e Fitto e uno dei terreni di scontro sono proprio i Giochi.
Si, c'è questa partita politica. Non credo che Fitto sia interessato al pensiero del Sindaco (non a Melucci in particolare), anzi è evidente che lo scontro è tra Emiliano e il ministro Fitto.

Come legge il silenzio dell'opinione pubblica tarantina riguardo i rischi legati ai cantieri dei Giochi?
I Giochi nascono dalla Legge Speciale per Taranto, dove, sull'esempio delle Olimpiadi invernali di Torino, si è scelta la strada dei grandi eventi internazionali per affrancarsi dalla dipendenza economica della grande industria. Ma mentre a Torino la città è stata coinvolta da protagonista, investendo sulle attività di comunità, a Taranto il processo non è stato condiviso ma calato dall'alto. Non è stato un momento condiviso con la comunità. Per questo i Giochi non vengono vissuti come qualcosa di proprio e che deve lasciare una eredità in strutture sportive.

Lei ha fatto accesso agli atti per capire meglio come stanno le cose.
Si, sono passate due settimane e ancora non ho ricevuto nessuna carta. Solitamente si sarebbe dovuto rispondere in 24 ore.

Crede che i Giochi possano saltare?
No, non credo, non ci guadagna nessuno se i Giochi non si faranno. Forse non tutti hanno capito che al centro della partita non c'è l'organizzazione dell'evento ma il futuro di Taranto.

Non abbiamo visto particolare affiatamento tra i parlamentari tarantini, gli esponenti in regione e al Comune a favore della causa Taranto. Possibile che i nostri politici non riescano a fare blocco comune?
Questo è un argomento serio. La politica è una attività di azione finalizzata e si dovrebbe vedere in questi casi, dove, ripeto, in gioco c'è il futuro della nostra città. Invece per ogni politico ogni suo collega, che sia di maggioranza o di opposizione, è visto sempre come un nemico, come qualcuno che può togliere elettori. In più, e non è qualunquismo, l'attività di quasi tutti i politici fa i conti con la propria carriera, il proprio arrivismo, il protagonismo e la difesa del proprio elettorato. Per questo ogni politico non è visto come un compagno di cammino.

Mettere un punto alle diatribe e ripartire. Come?
Adesso c'è bisogno di tranquillità e lucidità, ovvero di tornare a dialogare anche nelle diversità di vedute e politiche. Si, è difficile mettere d'accordo i "diversi", ma c'è necessità di riconoscimento reciproco nei ruoli e di dialogo.

Un pensiero così semplice da sembrare irreale...
Si, è vero. È giusto adesso che Melucci e Ferrarese si riconoscano e si rispettino vicendevolmente per il ruolo che ricoprono. Sembra una banalità dire ciò, ma davvero in questo contesto sembra qualcosa di straordinario da mettere in pratica.

Ci salutiamo con il consigliere Liviano, sempre disponibile al dialogo e al confronto. Continueremo a seguire con vivo interesse la partita sui Giochi, disponibili al dialogo con chiunque voglia essere propositivo per il bene di Taranto.