![]() |
Roberto Orlando |
|
Tempo di lettura: 4 minuti
La foto allegata a questo articolo parla di un videogioco degli anni '90, Soccer Brawl, dove in un futuro remoto a giocare a calcio sono degli androidi, con regole del tutto nuove. Ci avvicineremo anche a questo, ma prima assisteremo ad una nuova era del calcio, completamente diversa da come è sempre stato e da come lo abbiamo sempre conosciuto.
La sentenza della Corte di Giustizia Europea, anche se non ha dato automaticamente il via alla SuperLega, le ha praticamente spianato la strada. UEFA e FIFA esercitano un monopolio, esiste un abuso di potere. Ma non solo: le norme emanate dalle due istituzioni del calcio sull'approvazione preventiva di competizioni extra UEFA e FIFA sono contrarie al diritto europeo. Cioè, se io volessi organizzare un torneo con Juventus, Real Madrid e Bayern Monaco non sarei più tenuto a chiedere il placet della UEFA. Idem sulle sanzioni: le due istituzioni del calcio (o per meglio dire, le due società che gestiscono il calcio europeo e mondiale) non potranno sanzionare i club che vorranno partecipare a manifestazioni come, appunto, la SuperLega.
E adesso cosa succede? Se la sentenza non è proprio il via libera alla SuperLega, poco ci manca. Il mercato detta le regole e il mercato ridisegnerà equilibri finanziari e calcistici a livello continentale. Quali scenari possiamo immaginare? Innanzitutto, se dovesse prendere piede la SuperLega con i top club europei, potremmo vedere innanzitutto svuotati di qualità i campionati nazionali: in Italia Juventus, Inter, Milan per esempio, se dovessero aderire, lascerebbero il campionato nazionale per andare a guadagnare di più? Se già avevano intenzione di farlo prima, perché non dovrebbero farlo adesso? Aggiungiamoci anche qualche altra fantasia: dopo la squadra B in terza serie (come la Juventus Next Generation) magari potremmo aspettarci una terza squadra che parteciperà alla serie A, perché a, questo punto, chi vorrà rinunciare anche ai guadagni del campionato nazionale? Tanto le leghe non potranno sanzionare; si, uno schifo… ma tranquilli, fino a quando i tifosi foraggeranno questo sistema, andrà sempre così. E i tifosi lo faranno, non si tireranno indietro, perché “panem et circenses”, valeva ai tempi degli antichi romani figuriamoci oggi.
E Napoli, Roma, Lazio, Fiorentina? Si sentiranno anche loro in diritto di partecipare alle superleghe, chiedendone l'allargamento, magari con la creazione di due campionati dove le vincitrici si sfideranno per il titolo finale. E allora da 20 diventeranno 40, 60… E mentre Osimhen e Lautaro si sfideranno nella SuperLeague, le seconde squadre andranno in giro per l'italia a fare incassi in quei campi dove c'è ancora fame di calcio, come tutto il sud Italia. Perché non importerà chi scenderà in campo, ma che l'Inter bis scenda al San Nicola o al Vigorito. Perché è lo spettacolo che conta, non il resto. Una situazione che fa ricordare non poco l'idea di Mr. Swackhammer, il cattivone di Space Jam che voleva Michael Jordan nel suo parco di divertimenti a Moron Mountain a giocare e perdere contro i bambini paganti. Immaginiamo già lotte per lo scudetto praticamente prive di ogni mordente, campionati interi svuotati di significato, perché dove ci sono i soldi lì andranno le società.
Già lo fanno i calciatori, attirati dai petrol-dollari, figuriamoci tutte quelle società europee che stanno con l'acqua alla gola e che ogni anno devono fare i salti mortali per far quadrare i bilanci. E allora la sfida sarà a chi offrirà più soldi, se la SuperLega (o qualsiasi altra lega si formerà) o la UEFA. Qualcuno già parla di distruzione del calcio, piuttosto cambierà la percezione allo sport. Dagli anni '50 in poi abbiamo conosciuto le competizioni continentali come punti di arrivo altissimi per gloria e fama, per poi trasformarsi in tornei sempre più partecipati ed economicamente allettanti. Prima partecipavano la vincente del campionato la vincitrice della Coppa nazionale e le migliori classificate nei campionati nazionali, fino ad arrivare ad oggi dove 6-7 squadre partecipano alle competizioni UEFA. Eppure il fascino delle coppe è rimasto identico, che sia la Champion's League (che a noi boomer piace ancora chiamare coppa dei campioni) o la Conference, che ha fatto capire alla UEFA che forse non era il caso di abolire la vecchia Coppa delle Coppe. D'altronde, per soldi e voti occorre allargare la platea dei soddisfatti… un sistema che tutti abbiamo riconosciuto come istituzionalizzato, comunitario, dove dentro c'erano tutti. Un po' come quando in TV c'era solo mamma RAI. Un sistema che adesso si frammenterà, come la società che viviamo.
Potremmo spingerci ancora oltre, con le SuperLeghe europee alternative che cambiano anche le regole del gioco, magari passando al tempo effettivo riducendo le gare a 70' anziché a 90', oppure con tecnologia sempre più accurata e invadente. Fino ad arrivare agli androidi di Soccer Brawl. Buon calcio a tutti!