L'EDITORIALE

Taranto, il regno dell'incertezza

Ad una settimana dall'inizio del campionato c'è una squadra da rifare. Unica certezza Gautieri in panchina

foto Luca Barone

   Maurizio Calò

19 Agosto 2024 - 09:00

Tempo di lettura: 2 minuti

Le giornate passano inesorabilmente. Con attese di buone nuove sul piano societario e con l'avvicinarsi del campionato. Un lento cammino verso la prima partita del torneo di Serie C che preoccupa e non poco. Di sicuro c'è la fine di un'era. Ed è quella di Ezio Capuano. L'ufficialità del divorzio tra il tecnico di Pescopagano e la società rossoblù, seppur oramai annunciato abbondantemente, ha provocato emozioni e dispiaceri, delusione e rabbia. Neanche lui è stato salvato dalle contestazioni dei tifosi durante la manifestazione di lunedi scorso. Colui che era il totem rossoblù ora è diventato un ricordo. Ora è semplice storia passata. Eppure una storia fatta di risultati importanti sul campo e, soprattutto, di fortissima identificazione tra l'uomo e una intera tifoseria. Una simbiosi palpabile e, probabilmente, senza precedenti. Un triste addio lontano consumato lontano da Taranto, distante e freddo.

In questo clima mesto, incerto e pieno di interrogativi, l'unica vera notizia è l'arrivo di Carmine Gautieri chiamato a fare una vera e propria impresa. Una scelta, quella di Lucchesi, fatta evidentemente sulla base dell'esperienza passata fatta in questa categoria dello stesso Gautieri. Il problema è capire con quale rosa potrà lavorare l'ex tecnico del Lanciano. Una corsa contro il tempo per allestire una squadra che sia quanto meno presentabile in un campionato che partirà ad handicap con la certa penalizzazione per il mancato pagamento degli stipendi di giugno. In più in un clima assolutamente negativo, con le vicende societarie non ancora risolte e con un pubblico molto sfiduciato. 

Il lavoro di Gautieri e di Lucchesi sarà durissimo. La trasferta di Giugliano diventa quasi una sorta di gita di passaggio nella speranza di non rientrare a Taranto con le stesse ossa rotte conseguenza della nefasta trasferta di Benevento in Coppa Italia. L'aria che si respira non è delle migliori. L'auspicio rimane sempre quello. Tornare a parlare di calcio giocato con una situazione societaria finalmente definita e con una nuova era pronta a partire. Non c'è più tempo da perdere. E' ora delle scelte. Lo si deve ad una piazza che merita un futuro diverso.

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