Roberto Orlando | |
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Inizia oggi il campionato dei rossoblù, dopo un'estate davvero infuocata. Saltato il progetto con Capuano in panca, la società deve fare i conti col presidente dimissionario Giove seguendo il nuovo corso gestionale del DG Lucchesi, dirigente poco rimpianto in piazze come Pisa, Palermo e Monterosi. I tifosi, in questo agosto afoso, sono scesi in piazza per chiedere un cambio societario, ma sembra che il presidente Giove, più che dimissionario, si sia nascosto, soprattutto al confronto. Il sindaco Melucci e la APS Taras, socio di minoranza del club, hanno cercato di stanarlo, ma nessun nuovo corso si intravede. E la partita, se c'è (o se c'è mai stata), sarà ancora lunga.
La rosa costruita in estate da mister Capuano è stata smantellata, con un fuggi fuggi generale di calciatori spaventati dal mancato pagamento degli stipendi alla scadenza e da prospettive di futuro catastrofiche. Via Calvano, Miceli, Ferrara e tanti altri: restano in pochi e il drappello che ha esordito in Coppa Italia a Benevento ha preso la più classica delle imbarcate. “Siamo qui per onore di firma” dirà con onestà Lucchesi, ma davvero il futuro davanti è nero. Nel frattempo un 0-6 passerà alla storia come una delle più brutte figuracce del Taranto.
Mentre tutte le avversarie dei rossoblù hanno passato luglio e agosto a prepararsi per il campionato, il Taranto ha ufficializzato l'allenatore Gautieri il 17 di agosto e soltanto il martedì prima dell'esordio in campionato i primi acquisti. Un ritardo mostruoso che, unito alla penalizzazione per il mancato pagamento degli stipendi, porterà il Taranto a scalare una montagna; per riuscire nell'impresa ci vorranno veri uomini e un vero condottiero. Il baratro è dietro l'angolo.
Capitolo Capuano: il tecnico di Pescopagano si è smarcato attraverso i certificati medici, etichettato dalla folla come lo Schettino di turno. In verità c'è da dire, però, che la memoria corta dei tifosi non vede il quadro generale ma solo questa macchia. Capuano ha risollevato la squadra dopo la catastrofe del duo Dionisio – Di Costanzo e dopo una salvezza tranquilla e un mancato accesso ai playoff, ha guidato la squadra lì dove nessuno si aspettava, facendo tornare a parlare di calcio in città e a rendere orgogliosi i tifosi che hanno risposto riempiendo lo stadio. Certo, anche Capuano è stato complice di populismo discutibile (i limoni come messaggio per i cosiddetti disfattisti, lo sfruttamento strumentale e opportunistico di nonno Carmine) ma il suo comportamento è stato oscillante tra il dover essere aziendalista ed essere l'uomo del popolo: una genuinità che alla fine si paga. Come i colpi al cerchio e alla botte.
Oggi inizia il campionato e luce in fondo al tunnel ancora non se ne vede. Ciò che possiamo fare è augurare a mister Gautieri e ai ragazzi di lavorare seriamente e di dare il massimo, perché questa città non merita un altro epilogo triste come quello del 2004 o del 2012. Perché in fondo, lo sappiamo, che i problemi di questo Taranto non sono sul campo ma altrove.
Buona fortuna, Taranto.