foto Luca Barone
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Maurizio Calò | |
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Al termine della partita contro il Messina il sapore in bocca era notevolmente amaro. E che sapeva anche un po' di "tradimento", cercando di spiegare bene cosa si intenda con questo termine. Se c'è (o c'era, dipende dai punti di vista) una piccola luce in questo momento cosi tribolato e nero del Taranto attuale è proprio il gruppo di calciatori che si è costruito in fretta e furia e che si sta piano piano formando. E questo sulla base di fatti e non di parole.
I fatti riguardano le prime due partite di campionato che la squadra ha disputato in oggettive condizioni difficili. Se c'è stata una piacevole sorpresa è stato proprio l'atteggiamento mostrato in campo dai giocatori con alcuni spunti tecnico-tattici e comportamentali che avevano confortato anche i più scettici. Sia contro il Giugliano che con il Latina, il Taranto non è stata la vittima sacrificale designata ma ha lottato su tutti i palloni proponendo anche delle idee di gioco figlie del credo tattico di Gautieri. La filosofia zemaniana del tecnico ex Lanciano si è vista tutta. Voglia di proporsi, di far girare palla con più velocità e verticalizzare il più possibile sulla prima punta. Ma, soprattutto, la professionalità e l'impegno dimostrati in campo hanno ben impressionato tutti gli addetti ai lavori.
A Messina è come se sia improvvisamente fermato tutto. Dopo un primo tempo dignitoso, il secondo tempo è stato un qualcosa di inconcepibile al netto della questione condizione fisica, conoscenza tra i giocatori, rosa in costruzione. Perchè, se è vero che contro Giugliano e Latina la squadra ha giocato sino all'ultimo con temperamento fino a quando le gambe hanno retto, a Messina tutto ciò non è accaduto. Ci chiediamo il perchè di tutto questo. Cosa sia successo nell'intervallo. Cosa sia scattato nella mente dei giocatori difficile saperlo. O, forse, anche, immaginarlo. Un black out improvviso? Un repentino calo di concentrazione? Una inspiegabile sottovalutazione dell'avversario? Ovvio chiedersi la qualunque. In un momento come questo le domande vengono spontanee in mente.
Perchè allora la sensazione del "tradimento"? Perchè, se la squadra in questo momento rappresenta l'ancora di salvezza (in tutti i sensi) dell'universo attuale del Taranto, nel momento in cui si perde anche questa certezza, questa "comfort zone", allora l'impresa della permanenza in Serie C è pia illusione. Se anche i giocatori "tradiscono" quell'impegno, quella concentrazione e quella professionalità che ampiamente hanno dimostrato contro Giugliano e Latina, è inutile fare voli pindarici (per dirla alla Capuano). La speranza è che quella di Messina sia stata una scivolata mentale non voluta. L'inquietante sensazione è che la squadra stia davvero percependo il clima difficile che c'è all'esterno, l'incertezza, le polemiche, il distacco emotivo dei tifosi. Se i giocatori non ritrovano subito quello spirito forte dimostrato nelle prime due partite lasciandosi andare cosi senza nemmeno una reazione, questo campionato sarà foriero di cattive figure e di un destino inevitabile.