foto Luca Barone
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Maurizio Calò | |
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E' stata una domenica un po' surreale quella che si è
vissuta allo stadio nella partita contro il Picerno. Una domenica che, in un
contesto “normale”, avrebbe riesploso in pochissimi secondi un entusiasmo
incredibile e difficilmente contenibile. Una sorta di inizio di un nuovo
campionato, di una nuova consapevolezza. Un'iniezione di fiducia e di
adrenalina senza limiti. Niente di tutto questo. Una strana domenica e, per
certi versi, amara. Fredda. Glaciale.
Il contesto ambientale è noto. Lo stadio Iacovone è una
triste landa desolata con pochissimi intimi e con quei pochi presenti che in
curva fanno sentire la loro voce. Da una parte di protesta e contestazione nei
confronti della proprietà, dall'altra di piccoli cori di sostegno ai ragazzi in
campo. Il resto è contornato da silenzio quasi spettrale che, nella maggior
parte dei casi, significa indifferenza. In un contesto “normale” la vittoria
contro il Picerno avrebbe fatto davvero rumore, per citare un artista tarantino
ben noto. Battere una delle squadre più forti e in forma del momento avrebbe
fatto il giro di tutti i media, avrebbe fatto notizia, avrebbe fatto svoltare
psicologicamente un intero campionato. Niente di tutto questo. Qualche
sorrisino smorzato, qualche abbraccio ma poco più.
Si scende in sala stampa e ci si aspetta di trovare
un'atmosfera più distesa, più serena. Senza azzardare parole troppo roboanti.
Eppure negli occhi e nelle parole del tecnico Gautieri si è palesata una
stanchezza mentale fortissima. La confessione a cuore aperto di un disagio
tenuto dentro per troppo tempo. Una sensazione di abbandono in una barca che
lui sta tentando in mille modi di tenere in piedi. La vittoria contro il
Picerno, in cuor suo, non può non aver commosso lui stesso. E immaginiamo anche i giocatori magari festanti nello spogliatoio. La vittoria più inattesa nella partita più difficile.
Ma di tutto questo si parla poco. Lo sfogo garbato ma fermo di Gautieri sul
futuro immediato di questa squadra e di questi ragazzi fa capire ancora di più
le difficoltà di due mesi durissimi passati in solitudine e senza una reale
guida. Navigando a vista, lavorando nelle condizioni più difficili. Questo ha
davvero colpito tutti. L'amarezza percepita nelle sue parole è evidente cosi
come il disagio subito di queste settimane.
La dead line tracciata da Gautieri è proprio oggi. Il
fatidico martedì. In attesa di risposte e di certezze. In attesa di sapere se
ci sarà davvero il nuovo corso da più parti ventilato. Se davvero è l'inizio di
una nuova era. E se, soprattutto, sarà lui stesso a guidare la barca per
portare la stessa nel porto sicuro della salvezza. L'attesa è spasmodica da
parte di Gautieri e dei suoi ragazzi ma, di riflesso, coinvolge una tifoseria
intera. Non ci resta che attendere. Con la forte speranza (e stavolta davvero)
che si torni a parlare solo e solamente di calcio giocato.