L'EDITORIALE

Taranto, dalle tenebre allo spiraglio di luce

L'impresa di Avellino ha trascinato via la squadra dal baratro dove si era cacciato dopo Potenza

foto Luca Barone

   Maurizio Calò

05 Novembre 2024 - 09:30

Tempo di lettura: 2 minuti

La capacità di passare dalla depressione al sorriso in poche ore è tutta racchiusa nell'incredibile domenica di Avellino. La trasformazione da brutto anatroccolo a principe si è materializzata in un lasso di tempo breve e insperato. Da compagine allo sbando più totale a collettivo granitico e solidale. Da Potenza ad Avellino sembra essere cambiato tutto nello spirito e nella concentrazione dei giocatori. Effetto Cazzarò o amor proprio? Consapevolezza del buio cosmico in cui ci si era cacciati in Lucania o effimera reazione di pancia?

Di sicuro il Taranto di Avellino è apparso lontanissimo parente di quello “ammirato” a Potenza. Una sorta di cambiamento radicale nella mentalità e nel modo di stare in campo. Una nuova consapevolezza ritrovata dopo aver smarrito tutto quello che si poteva perdere nella sciagurata gita potentina.  Al Partenio si è vista una squadra compatta, corta, pungente nelle poche sortite offensive con il merito di aver trovato un'insperata forza in fase difensiva come non si vedeva da tempo. Eppure l'avversario era una sorta di totem durissimo da superare. Una partita sulla carta impossibile da portare a casa e che si è trasformata in un'impresa da ricordare. Vincere ad Avellino non è roba cha accade tutti i giorni ma, evidentemente, il calcio regala ancora una volta storie imprevedibili al limite dell'assurdo.

Il volto di Battimelli è il volto di quella gioventù sfrontata che quasi inconsapevolmente o con quella lucida follia affronta le difficoltà più enormi e che sembrano insormontabili. Il suo gol è valso ancora una volta una vittoria come successe contro il Picerno all'ultimo secondo allo Iacovone. Un porta fortuna evidentemente. O più semplicemente la voglia di un giovanissimo atleta di dimostrare il proprio valore, la propria qualità e la capacità di sapersi calare in un campionato difficile come quello di serie C. Per non dimenticare la caparbietà di Mastromonaco, oramai vero simbolo di questo Taranto molto “operaio” e poco “bello”. La perseveranza del lavoro paga cosi come la dimostrazione di saper reagire dopo un ko da incubo e che lasciava spazio ai più sinistri presagi.

Ora si tratta di capire se tutto ciò che è accaduto ad Avellino è mera reazione di pancia o una vera e propria ripartenza verso un obiettivo non semplice come la salvezza. Con una penalizzazione pronta ad arrivare, lo spirito dimostrato in Irpinia dovrà essere la strada obbligata e maestra per arrivare ad un traguardo che solo con determinate caratteristiche può essere raggiunto. La speranza è che questo spiraglio di luce di Avellino possa aver dato quella scintilla giusta nella testa della squadra. Con l'auspicio di vedere qualcosa davvero di nuovo nel mondo Taranto a breve.

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