foto Luca Barone
foto Luca Barone
Maurizio Calò | |
|
Tempo di lettura: 2 minuti
Nessuno era fenomeno prima, nessuno è scarso oggi. Lo sa
perfettamente chi di calcio mastica da anni. Le partite hanno tutte una loro
storia ma grosso modo evidenziano sempre le eventuali qualità di una squadra e
le lacune presenti. Il Taranto di Cava dei Tirreni è sembrato come rientrato
nella dimensione “abituale” che ha caratterizzato sin qui il campionato dei
rossoblù.
Organico non realmente all'altezza delle difficoltà del
campionato, criticità tecniche evidenti, fase difensiva non sempre perfetta e pochissima
qualità davanti. Solo alcuni sprazzi legati più a fattori psicologici hanno
portato in casa rossoblù alcuni punti. Nella sostanza, la bontà dell'organico
jonico è fortemente deficitario. Aspetti e questioni che sono noti a tutti.
Come anche il paradosso di sapere che quella contro la Cavese era, forse, la
partita più difficile da affrontare rispetto a Avellino e Cerignola. E cosi è
stato. Il Taranto è stato travolto dalla furia della Cavese non lasciando
spazio a possibili recriminazioni.
La sensazione è di una squadra che si carica solo contro le
squadre più blasonate del torneo (vedi Picerno, Avellino e Cerignola) e poi si
scioglie come neve al sole facendo enorme fatica contro le pari livello. Un
difetto pesante che questa squadra si porta da parecchio tempo. Diciamolo pure,
da sempre. Dall'inizio di questa stagione. L'alibi della squadra costruita in
fretta non regge più. Nello spogliatoio rossoblù bisogna al più presto
comprendere che tutte le partite vanno affrontate con lo stesso spirito e che l'aiuto
reciproco in campo non deve mai mancare. Il rischio è davvero di vivere una
stagione d'inferno.
La nuova società dovrà subito entrare a gamba tesa nelle
questioni tecniche della squadra. Perché, se è vero che sono importanti i
passaggi amministrativi e burocratici, è altrettanto vero che urge salvare
questa stagione che tra poco vedrà il Taranto emigrare in un altro impianto,
con tutti gli annessi e connessi. Bisogna assolutamente lavorare su questo
gruppo rendendolo più competitivo e più adatto alle difficoltà di questa
categoria che la partita di Cava dei Tirreni ha evidenziato in maniera chiara.
La speranza è di trovare al più presto persone qualificate che prendano a cuore
il progetto Taranto e che permettano a questa realtà di non perdere il prezioso
patrimonio del professionismo.