L'EDITORIALE

Taranto, la lunga strada del closing, tra ostacoli e sabotatori

Il Taranto in campo viene umiliato, ma la sfida societaria sembra ancora più mortificante

foto Luca Barone

   Roberto Orlando

09 Dicembre 2024 - 13:00

Tempo di lettura: 5 minuti

La brutta, bruttissima figura rimediata nella domenica dell'Immacolata contro il Catania è l'ultimo capitolo di un periodo di burrasca societaria e tecnica che non si viveva da vent'anni almeno. I calciatori a fine partita sono stati sommersi dai fischi, ma il campo rispecchia semplicemente l'anarchia societaria, come l'ha chiamata Mark Campbell in una recentissima intervista. Cercare di mantenere il timone dritto nella tempesta non è certo facile, ma ad aggravare la situazione ci sono anche disinformazione e rematori contro, che rendono ancora più difficoltosa la traghettata in questo difficile passaggio di consegne.

Non vogliamo prendere le difese della Apex e di Mark Campbell, sia chiaro, ma occorre ragionare con raziocinio e oggettivare gli eventi: quest'estate il Taranto ha smantellato la sua rosa per affidarsi ad un nuovo corso, meno oneroso economicamente e maggiormente attrattivo per i possibili futuri acquirenti, come dichiarato dall'ex DG Lucchesi, svanito nel nulla così come era arrivato. Oltre qualche coraggioso calciatore che non ha voluto abbandonare la nave, ci si è affidati a ragazzi che hanno dimostrato di non essere all'altezza della situazione. Non facciamo nomi, ma le pagelle delle partite del Taranto sono on-line e basta leggerle per farsi un'idea dell'imbarazzo. Idem per la guida tecnica: dopo i certificati di Capuano sono arrivati quelli di Gautieri, con il buon Michele Cazzarò al quale è stata affibbiata l'etichetta di traghettatore fino a Gennaio ma che sta cercando di fare il suo, con i pochi mezzi (anche umani) a sua disposizione.

Il disimpegno di Giove si è manifestato anche economicamente, anche se i ritardati pagamenti di quest'estate e di ottobre (questi ultimi onorati dalla Apex) sono la dimostrazione di una confusione che investe tutti gli attori, vecchi e nuovi. Se comunque si è pagato, perché lo si è fatto in entrambi i casi in ritardo? Non si poteva evitare?

I calciatori sono stati abbandonati a sé stessi e solo la personale buona volontà di qualche personaggio li ha fatti sentire meno soli. Insomma, Giove ha abbandonato e, nonostante fosse in previsione la vendita societaria, non si è minimamente preoccupato di mantenere in piedi la baracca. A rischio (o forse a speranza) di far scappare via anche l'unico acquirente Mark Campbell. A chi o a cosa servono i contatti tra Massimo Giove e Giovanni Di Stefano ("Ha scontato quasi per intero una condanna a 14 anni per una serie di reati tra i quali truffa, furto, ricettazione, possesso di documenti falsi, per fatti commessi nel Regno Unito tra il 2001 e il 2011", fonte Ansa.it), il cosiddetto Avvocato del Diavolo, che ha promesso di aiutare Giove nel caso in cui dovesse saltare l'accordo con Apex?

Mark Campbell che, nel frattempo, come da lui stesso dichiarato, sta provvedendo al pagamento di vecchi creditori del Taranto che ora stanno sorgendo come funghi. Ci verrebbe da chiedere da dove escono e dove sono stati finora… Campbell che insieme ai suoi (ancora sconosciuti) soci sta pianificando un piano industriale addirittura decennale e del quale, come ha detto l'imprenditore inglese, sapremo tutto una volta giunti al fatidico closing.

Ma il Taranto, sempre a detta di Campbell, è un club in fin di vita e ci vuole poco che la spina si stacchi: non fa specie di come la società tarantina si sia divisa intorno all'argomento. Non diciamo che tutti, tifosi, la stampa, la politica, avrebbero dovuto fare fronte comune favorendo il passaggio di proprietà, ma almeno si sarebbe potuta analizzar bene la realtà dei fatti. E la realtà dei fatti è che il Taranto di Giove è una società inadempiente, che è riuscita a subire tre penalizzazioni consecutive in campionato (il -4 dell'anno scorso e il -10 di quest'anno), senza una organizzazione societaria forte e con un valore di mercato e valore della rosa più bassi di tutta la serie C (fonte tranfermarkt). Il futuro dell'attuale società è segnato. L'alternativa, Apex, potrebbe cambiare le carte in tavola? Ci sono tanti indizi che ci fanno presupporre che si, la Apex di Campbell potrebbe essere una possibilità di salvezza, eppure, si diffida anche da questo cambio.

Il motivo, meschino, è sempre quello dei piccoli personalissimi orticelli da coltivare. Si spera che Campbell non sia un bluff (ma, ripetiamo, ci sono tanti indizi che ci fanno credere che non lo sia) e che riesca ad essere più forte dei tanti ostacoli che in tanti, troppi, stanno piazzando sul percorso del closing. Ostacoli che saranno anche una delle cause di un eventuale mancato passaggio di proprietà. Ostacoli che i sabotatori di professione continuano a piazzare, contattando le redazioni dei giornali e mandando avanti i “soliti” lacchè.

Questo è il quadro al 9 dicembre, pochi giorni prima di tante scadenze: dalla rivalsa dei soci di minoranza ai notai (probabilmente già prenotati, per il tanto atteso closing), dalla sostituzione della fidejussione in Lega alla prossima scadenza di emolumenti e contributi. I nodi verranno al pettine, vedremo se Campbell li supererà tutti. O se avranno vinto i sabotatori.

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