foto Roberto Orlando
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Redazione MRB.it | |
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L'ultima scadenza non rispettata potrebbe rappresentare la goccia che fa traboccare il classico vaso. In un ambiente ormai avvelenato, dove è scattato il tutti contro tutti, si inizia ad abbandonare la barca che affonda. L'indiscrezione di ieri, confermata poi dallo stesso interessato via social, sulle dimissioni di mister Cazzarò è solo il primo passo, seguito a ruota dal suo vice Murianni e forse anche dal responsabile del settore giovanile, Piergiuseppe Sapio: come nella teoria del piano inclinato, la sfera ha iniziato la sua corsa, accelerando costantemente verso la fine. E la fine potrebbe essere anche quella della società, vista la totale immobilità dell'attuale proprietà e del promesso sposo Campbell, che sembra sia tornato negli Stati Uniti per serrare le fila e capire che margini ci sono ancora per chiudere.
Come anticipato dal Quotidiano di Puglia di oggi, c'è sentore di messa in mora: i calciatori potrebbero fare vertenza per recuperare i propri crediti, se soluzione diversa non dovesse concretizzarsi nelle prossime 72 ore. A seguire, i calciatori, assistiti dall'Assocalciatori, potrebbero svincolarsi e accasarsi altrove.
Ma ci sarebbe di più: ieri è aleggiata nell'aria anche la possibilità di ritiro del Taranto dal campionato in corso, ovvero la fine del calcio in città. Il tutto nel silenzio generale della politica e di tutti gli altri attori interessati: mentre lo stadio Iacovone viene smantellato, per far spazio al futuro nuovo Iacovone, impianto che dovrebbe portare finalmente Taranto nel calcio del terzo millennio, il pallone a Taranto potrebbe sgonfiarsi definitivamente. Almeno per questa stagione. Chi paga tutto questo?