Giovanni Di Stefano, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Giovanni Di Stefano, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Redazione MRB.it | |
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Apparso già su qualche media locale in riferimento alla sua volontà di aiutare il presidente del Taranto Massimo Giove nel caso in cui la trattativa con la Apex di Campbell non fosse andata a buon fine, Giovanni Di Stefano attraverso la sua società Di Stefano Legacy Trust LLC è uscito allo scoperto.
Di Stefano ha messo sul tavolo un milione di euro a titolo di contributo per il Taranto, sostenendo che fare affidamento su Mark Campbell rappresenterebbe "un errore critico". Irrompe così, sulla scena disastrata e demoralizzata del calcio a Taranto, un personaggio che nel tempo ha fatto molto parlare di sé, per una vita davvero avventurosa.
Siamo andati a cercare in rete qualche notizia su Giovanni Di Stefano, al quale è stata addirittura dedicata una miniserie su Sky, con la regia di Sam Hobkinson (L'Avvocato del diavolo - la strana storia di Giovanni Di Stefano), dove si racconta delle sue esperienze di avvocato e uomo d'affari. Su Wikipedia non esiste una pagina dedicata all'uomo d'affari originario di Petralla Tifernina, in Molise. O almeno, non su Wikipedia Italia. Basta però cercare sulla versione inglese della famosa enciclopedia libera, che appare tutto il mondo di Giovanni Di Stefano.
Ecco come esordisce Wikipedia: “Giovanni Di Stefano è un uomo d'affari italo-britannico e condannato. È stato coinvolto in casi legali per imputati di alto profilo e famigerati in tutto il mondo. Non ha qualifiche legali, gli è vietato lavorare in legge nel Regno Unito e non è registrato per lavorare come avvocato nel Regno Unito o in Italia. È stato anche definito "L'avvocato del diavolo" per la sua difesa per conto di tali noti clienti come Saddam Hussein e Slobodan Milocevic. Era anche un socio in affari di Zeljko Raznatovic”.
Un “curriculum” di tutto rispetto, se pensiamo alla portata dei suoi clienti, ma non solo: sempre leggendo Wikipedia, Di Stefano “È stato condannato quattro volte in Irlanda e nel Regno Unito di frodi e reati gravi, servendo un totale di otto anni e mezzo per condanne tra il 1975 e la fine degli anni '80. È stato descritto da un giudice come "uno dei grandi truffatori della vita". La sua condanna più recente è stata nel marzo 2013 quando è stato condannato a 14 anni di reclusione dopo essere stato giudicato colpevole o dichiarandosi colpevole di 27 accuse tra cui inganno, frode e riciclaggio di denaro tra il 2001 e il 2011 relative a "provare le persone a pensare che fosse un professionista legale in buona fede".
Giovanni Di Stefano viene ricordato per il suo tentativo, nel 1992, di acquistare gli studi cinematografici MGM, la sua fuga in Jugoslavia, dove divenne amico dell'allora presidente Slobodan Milocevic e divenne, inoltre, socio in affari e un rappresentante legale personale del signore della guerra serbo Arkan. Nel 2013 è stato condannato a 14 anni di reclusione in una prigione del Regno Unito. Le persone di cui Giovanni Di Stefano ha affermato di rappresentare includono il serial killer Harold Shipman, l'ex presidente dell'Iraq Saddam Hussein (solo come parte del suo team legale nel 2004 e solo prima dell'inizio del processo, secondo Wikipedia), socio di Hussein Tariq Aziz, Jeremy Bamber, condannato per gli omicidi della Fattoria della Casa Bianca, l'uomo d'affari e criminale Nicholas van Hoogstraten, i gangster irlandesi Patrick Holland e John Gilligan.
La pagina Wikipedia dedicata a Giovanni Di Stefano è molto lunga, per chi è curioso ecco il link:
https://en.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Di_Stefano_(fraudster)
Noi nel frattempo ci chiediamo dove si siano conosciuti Giovanni Di Stefano e Massimo Giove, quali rapporti intrattengano e a che titolo Di Giovanni aiuterebbe il presidente dimissionario del Taranto FC 1927. Inoltre, ci chiediamo se Massimo Giove stia seriamente valutando l'offerta messa sul tavolo da Di Stefano. Intanto, come fatto anche per Mark Campbell, siamo alla ricerca di notizie sulla Di Stefano Legacy Trust LLC, la compagnia facente capo a Giovanni Di Stefano.