L'EDITORIALE

Taranto, sono rimasti quei cento

Nell'ennesima pagina triste del calcio tarantino l'unica anima vera rimasta è quella del tifoso
   Maurizio Calò

07 Gennaio 2025 - 09:30

Tempo di lettura: 2 minuti

L'immagine più tenera di tutta la vicenda che riguarda oggi il Taranto è quello che si è visto domenica a Latina sugli spalti. Cento persone, nonostante tutto e tutti, hanno deciso di sobbarcarsi una lunga trasferta per vedere una squadra in campo che avrebbe quasi sicuramente ottenuto un'ulteriore sconfitta. Un'ulteriore umiliazione. La settima consecutiva. Quelle cento persone, quei cento tifosi gridano oramai da tempo lo stesso slogan che portano ovunque e che campeggia da tempo immemore sia in casa che fuori casa. "LIBERATE IL TARANTO". Un'espressione precisa e forte. Un grido di dolore che rappresenta un'esigenza sentita. Una richiesta che viene da tutta la tifoseria rossoblù incarnata da quelle cento persone.

Oggi il Taranto è solo questo. Oggi ciò che rimane del Taranto è quello striscione, quelle persone rimaste ancora li a difendere i colori rossoblù. Il Taranto sono loro. Il resto non esiste. Oggi questo sodalizio è un ectoplasma che va avanti di minuto in minuto nella precarietà più totale. Oggi il Taranto FC 1927 è una società che vive alla giornata, che non sa cosa farà l'indomani mattina. E attorno a questa squadra succede di tutto. Personaggi di ogni tipo in cerca di visibilità, presunti imprenditori disponibili a rilevare la società che dettano regole, scadenze e tempistiche (non si sa portati da chi e chiamati da chi). Una confusione generale senza precedenti. Una precarietà che genera sconforto, incertezza e navigazione a vista. Ammesso che ci sia una nave da condurre.

Chi oggi scende in campo vestendo la maglia del Taranto lo fa per onore di firma, per contratto, perchè lo si deve fare. Ma con quale spirito? La situazione attuale vede la messa in mora fatta dai calciatori, il fuggi fuggi generale, presunti certificati medici, staff tecnico inesistente, un povero allenatore delle giovanili gettato nella mischia con una deroga per evitare ulteriori figuracce. Insomma, chi più ne ha più ne metta. L'orizzonte è cupo più che mai. Le notizie scarseggiano. Chi fa informazione lavora in un contesto difficile (questo andrebbe detto a chi crea un clima di prevenzione nei confronti del mondo giornalistico). Oggi questo è il Taranto. Domani non lo sappiamo. E' un mistero. Intanto, ogni giorno proviamo a raccontarlo. Nella speranza di poter essere all'altezza di quei cento sostenitori jonici che, nonostante tutto, erano li a Latina.

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