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APS Taras, Sostegno: ''Azioni legali a difesa del Taranto, i comunicati non servono a niente''

Intervista all'ex Presidente del Trust alla vigilia della richiesta di elezioni anticipate
   Redazione MRB.it

20 Gennaio 2025 - 13:00

Tempo di lettura: 3 minuti

Nei giorni scorsi, attraverso i canali social, Gianluca Sostegno figura storica della APS Taras ha comunicato di aver chiesto ufficialmente al Trust dei tifosi le dimissioni dell'attuale direttivo, presieduto da Rodolfo De Molfetta o, in subordine, le elezioni anticipate.

Abbiamo voluto sentire direttamente l'interessato per comprendere i motivi che sono alla base di tale decisione, lo stato d'animo dei protagonisti e le idee che l'eventuale nuovo Direttivo dovrà mettere sul tavolo, in uno dei periodi più bui della storia rossoblù.

Allora, Gianluca, come nasce questa idea di chiedere le dimissioni dell'attuale Direttivo?
Innanzitutto, partiamo da un presupposto. lo strumento del Trust è fantastico, all'interno della società del Taranto avere quello statuto significa essere avanti anni luce rispetto a tutte le altre società, ma naturalmente tale strumento deve essere usato quando c'è necessità e crisi, come quella attuale.

Sfiduciare il Direttivo è una azione forte.
Anche qui, come detto anche in altre sedi, non metto assolutamente in dubbio la buona fede delle persone, ad iniziare dal presidente De Molfetta. La APS è sempre stata composta da gente che ci ha messo tempo, idee, soldi e questo non va messo in dubbio. Questa azione nasce dall'esasperazione che si sta vivendo, non sono contento di ciò che insieme ad altri abbiamo chiesto. Ma, davvero, la situazione è al limite.

Cosa vi ha spinto ad agire in questo modo?
Diciamo una mancanza di azione da parte dell'attuale Direttivo. Loro sono immobili sui comunicati, quando occorrerebbe passare ai fatti, ovvero alle azioni previste nella vita di una società.

Per esempio?
Per esempio prendiamo il logo: quando nel 2020 ci riunimmo per decidere cosa fare, alcuni di noi erano fermi sul mantenere la proprietà dello stemma sociale e di non donarlo alla società, che attraverso Giove e Galigani minacciavano di cambiarlo. Quel Direttivo (presieduto da Fabio Guarini, ndr) decise di donare il logo alla società. Per fortuna che Giove non è stato nemmeno capace di registrarlo e alla fine l'APS risulta ancora proprietario, ma questo ti fa capire l'atteggiamento remissivo nei confronti di Giove.

Come dovrebbe comportarsi invece il Direttivo?
In più occasioni abbiamo rimarcato, anche personalmente, di agire in maniera più incisiva. Si iniziassero a chiedere dei provvedimenti di urgenza per vedere i movimenti bancari della società attraverso un giudice, in modo da capire veramente l'operato della società. Si intimasse a Giove di non usare lo stemma sociale attraverso una diffida. Il senso di promuovere azioni civili e legali a tutela su questi argomenti significa fare dei tentativi concreti per salvare il salvabile. Invece stiamo assistendo a comunicati sterili che hanno affossato la credibilità della Taras, lo leggiamo nei tantissimi commenti negativi sulle pagine social.

La APS è stata criticata sulla questione di affidarsi molto sui fuorisede. Quanto è differente avere un Direttivo con rappresentanti sul territorio?
E' alla base di tutto. I fuorisede negli anni sono stati fondamentali, alle volte il vero motore della Taras, ma non basta. Essere sul territorio significa farsi conoscere attraverso l'organizzazione degli eventi, ma soprattutto significa avere un polso diverso della situazione potendo vivere quotidianamente le questioni societarie.

Cosa accadrà adesso?
Ai sensi dello Statuto un decimo degli associati in regola hanno chiesto la revoca del Direttivo. In caso non abbiano intenzione di dimettersi, in subordine, hanno l'obbligo di convocare una assemblea straordinaria con all'ordine del giorno "mozione di sfiducia". A quel punto ci si conta e si vota.
Esprimo il pensiero di un gruppo di tesserati che sa che adesso il ruolo della Taras è quello di tirare fuori i denti, di far valere azioni più incisive nei confronti dell'attuale proprietà. Nel caso di elezioni ci candideremo.

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