foto Luca Barone
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Maurizio Calò | |
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Guardare e commentare oggi le partite di questo Taranto è
esercizio sempre più masochista e doloroso. L'arrivo alla partita sembra lo
spartito di un film che stiamo vedendo da settimane e settimane con un esito
già quasi scontato con la sola attesa di sapere quale risultato ci sarà. O
meglio, di che proporzioni sarà la sconfitta di turno. Di partita in partita,
la squadra perde pezzi, punti di riferimento. Ogni distinta presenta sempre
novità e nomi di giocatori sino ad oggi sconosciuti. Tanti giovanissimi e
pochissimi superstiti. Tra questi "survivors" c'è sempre un calciatore che si
contraddistingue per professionalità e attaccamento alla maglia.
Gianluca Mastromonaco ha il Taranto tatuato dentro il suo
cuore, nella sua anima e con i valori che rappresenta. Un capitano vero si vede
nei momenti più duri e difficili. Gianluca è il classico ragazzo che si impegna
senza tanti proclami incarnando uno spirito sempre battagliero e volitivo. Il
suo processo di crescita è stato evidente e con il suo impegno si è meritato la
fascia di capitano di una squadra sempre più in crisi sul piano dei risultati
ma che prova con ogni mezzo a evitare vere e proprie umiliazioni.
Mastromonaco sa di vivere in un contesto davvero complesso
dove ogni giorno non succede niente (o succede poco), dove non sai mai con quali
compagni scenderai in campo nella prossima partita. Eppure, lui è quello che
non molla mai, che corre, si sbatte, protesta, si arrabbia, dà una pacca sulla
spalla al compagno quando sbaglia un passaggio. Lui, al momento, c'è. Non è
scappato. Si è portato sulle spalle questa responsabilità. Prova a metterci
sempre la faccia. Non sarà certo una passeggiata per lui vivere tutto questo,
lui che ha visto un Taranto diverso, ha vissuto momenti nettamente più felici.
Se solo un po' tutti incarnassero il suo spirito il Taranto, forse, avrebbe
qualche punto in più. Non che cambi molto la cosa ma quanto meno si
eviterebbero ulteriori sconfitte. Chissà quanto Gianluca Mastromonaco
continuerà a sobbarcarsi questo fardello. Essere il condottiero di questa
squadra oggi è esercizio di grande pazienza. Ad oggi, intanto, quanto meno la sua
dignità professionale è l'unica certezza di una barca sempre più alla deriva.
Una luce in un tunnel nero che sta portando verso il dilettantismo e un futuro
tutto da decifrare.