Roberto Orlando | |
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Giove risponde a Campbell: era già successo e sapevamo tutti che sarebbe arrivata l'ennesima risposta del presidente meno dimissionario che ci sia nei confronti dell'acquirente più enigmatico degli ultimi tempi. Una strana coppia che addirittura negli ultimi tempi ha dialogato per interposte persone poiché uno dei due (non vi diciamo chi, ma immaginatelo) ha bloccato l'altro sul telefono; quindi pensate che trattative si siano potute instaurare e che clima si è creato attorno a questo fantomatico passaggio di proprietà.
I fiumi di parole dati in pasto alla stampa anche a questo giro sollevano tanti dubbi, sia sul lato Apex che sul fronte Taranto: ognuno sbandiera la sua verità ma, come dicevano bene gli antichi, la verità è nel mezzo. Crediamo (e a questo punto speriamo) che la trattativa sia definitivamente conclusa e focalizziamoci sulla prossima tappa stagionale, la scadenza federale del 16 febbraio, una scadenza da dentro o fuori. Da domani, però.
Oggi cerchiamo di chiarire alcuni aspetti venuti fuori dai due comunicati, o almeno a porci qualche domanda. Apex dichiara di non aver ricevuto nessuna risposta all'ultima proposta di acquisto (che secondo i bene informati prevedeva l'accollo dei debiti, la sostituzione della fidejussione e una sorta di “buonuscita” per Giove, una cifra intorno ai 150 mila euro) nonché garanzia sull'operatività del conto corrente che, a loro dire, risulterebbe ad oggi bloccato.
Giove glissa sull'offerta ricevuta (quindi, quest'offerta c'è stata?), spostando l'attenzione sui disattesi obblighi derivati dal preliminare, che prevedeva “responsabilità risarcitorie”: il Taranto ha provveduto a chiedere un risarcimento sul mancato rispetto del preliminare? Riguardo il blocco del conto corrente, la società sostiene che “non vi era alcun impedimento reale o legittimo al trasferimento delle somme necessarie per adempiere agli obblighi contrattuali del 16 Dicembre scorso”. Cioè, il 16 dicembre scorso… non oggi, o ieri, allo scadere dell'ultima offerta di Apex. Anche in questo caso, la risposta è elusa. Giove non dice chiaramente né di aver ricevuto una nuova offerta né che oggi, 4 febbraio 2025, il conto corrente societario non è gravato da blocchi. “Il paese è piccolo e la gente mormora”, diceva Faletti in Drive-in, e girano voci su chi sia il fornitore che ha fatto bloccare i conti, chi è stato chiamato per convincere il fornitore a desistere dal pignoramento e tante altre amenità.
In un passaggio del comunicato societario si legge: “Si precisa, inoltre, che qualsiasi pagamento o somma ricevuta dal Club è stata effettuata esclusivamente da soggetti terzi e non da Apex Capital Global LLC, la quale, in quanto firmataria dell'accordo preliminare, oltre che delle precedenti LOI, non ha mai adempiuto ai propri obblighi economici e finanziari”: quindi soldi in società sono arrivati, però non da Apex. E da chi allora? E se a Giove questa cosa non stava bene, perché li ha accettati? Cosa ci ha fatto con quei soldi? Ma soprattutto, in alto, nella stanza dei bottoni, in Lega o in FIGC perché nessuno ha indagato?
La società ha dei dubbi: “La società rimarrà, quindi, con il dubbio se si tratti dello stesso conto corrente dal quale sostenevano fosse partito il pagamento anche in occasione delle scadenze federali del 16 Ottobre” e afferma che “Entrambi gli eventi descritti non sono altro che la causa diretta delle due penalizzazioni che il Club ha subito nel corso della stagione sportiva corrente”. Che sia chiaro una volta per tutte, visto che su questo argomento si stanno lanciando palle di... pupù uno con l'altro: il colpevole dei mancati pagamenti e delle penalizzazioni è il proprietario della società. Perché se io ho un'auto e qualcuno mi promette di comprarla, io resto il responsabile fino a quando non la vendo. Esempio banale, troppo semplificativo, ma si spera calzante.
Il socio di maggioranza sostiene che “l'ulteriore proposta di trattativa” è arrivata in modo informale e che alla richiesta di formalizzarla legalmente, Campbell avrebbe risposto con un comunicato stampa. Qui chiediamo allora chiarimenti anche ad Apex: è vero che le proposte successive alla scadenza del preliminare non sono state formalizzate? E perché? Aggiungiamo anche: è vero che le due parti erano allo stallo, viste le conseguenze alle quali la parte acquirente andava incontro se avesse formalizzato una nuova proposta? Giove non aspettava altro per far valere le clausole del preliminare? Apex era quindi in difetto?
I dubbi di Giove sulla natura degli investimenti di Apex, dei suoi soci, della capacità di rilevare il Taranto sono anche dubbi nostri. Probabilmente non lo sapremo mai, ma davvero dobbiamo porci la questione su quale mente diabolica avrebbe architettato la “perversa strategia” per distruggere il Taranto? Giove se lo sta chiedendo veramente? O dimentica che il giocattolo è il suo?
Provate a spiegarle a nonno Carmine queste cose, provate a dirlo ai bambini, che si sono ormai allontanati verso le più blasonate squadre della serie A. Mancano poco meno di due settimane ad una scadenza fondamentale per la sopravvivenza del calcio a Taranto: come si sta muovendo la società? Avrà la liquidità per pagare quattro mensilità più i contributi? Nel frattempo che le sedi opportune metteranno il punto a questa triste storia (frase a chiusura del comunicato del Taranto), visto che la trattativa con Apex è definitivamente chiusa, che Giove vada in TV o in conferenza stampa e parli ai tifosi, chiarendo a cosa va incontro la maglia rossoblù.
Perché lui sarà anche il proprietario della società, ma non sarà mai padrone della fede dei tifosi.