foto Luca Barone
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Maurizio Calò | |
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Tempo di lettura: 1 minuto
La data del 16 febbraio è oramai alle porte. Il tempo scorre
inesorabilmente e, al di là di qualsiasi scenario a lunga scadenza, è
abbastanza singolare pensare ad un qualcosa che riguardi il Taranto e che non
sia indissolubilmente legato alla data suddetta. Solo in quel momento si capirà
quale sarà la sorte di questa squadra e di questa società.
Si rincorrono continuamente voci, nella speranza ( anche
giustificata) di una soluzione definitiva a questa annosa vicenda. Di fatti concreti, però, se ne vedono pochi e
con grande difficoltà di reale approfondimento. L'assemblea dei soci dello
scorso 31 gennaio avrebbe dovuto segnare uno spartiacque importante per trovare
finalmente una luce in questa storia ma cosi non è stato. Ognuno rimane nelle
proprie posizioni. Il socio di maggioranza parla di concordato preventivo, il
resto della compagine societaria ( APS Taras) non ne vuole sapere e l'unica
parola che ammette è fallimento.
Uno scontro totale, ancora una volta. Un muro contro muro
che dura da tempo e che vede coinvolti non solo i protagonisti della compagine
societaria ma anche il resto dell'ambiente rossoblù. La divisione è totale su
più fronti. Tutti coinvolti, nessuno escluso. In tutto ciò, i giorni passano
velocemente e, finalmente, il fatidico giorno 16 febbraio 2025 arriverà. Li si
deciderà il futuro del Taranto. Dentro o fuori. Forse, davvero, occorrerà un
ultimo sforzo per tutti e solo allora si potrà avere un quadro definitivo. La
resa dei conti sta arrivando. Si tratta di aspettare ancora poco.