
foto Luca Barone
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Maurizio Calò |
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Tempo di lettura: 2 minuti
Venerdi 7 marzo 2025 è una di quelle date che passano e
passeranno alla storia del calcio tarantino. Mai, infatti, il Taranto era stato
oggetto di un esclusione da un campionato professionistico nel corso della
stagione stessa. Il club jonico ne ha viste e passate tante in questi ultimi
trent'anni. Fallimenti, radiazioni, delusioni sportive, lente e faticose
ripartenze. Ma questo evento mai. Davvero mai. Eppure anche questa tristissima
umiliazione è successa. E' un fatto. Una vicenda gravissima che ha squarciato i
cuori dei tifosi rossoblù i quali hanno dovuto ingoiare questo ulteriore
boccone amaro. Amarissimo. Durissimo da buttare giù. Un'onta difficile da
cancellare. Impossibile da dimenticare.
La normalità di questi weekend doveva essere vedere il
Taranto regolarmente in campo con quel pallone pronto sempre a rotolare e a
provocare emozioni in un senso o nell'altro. Adesso non c'è più nulla di tutto
questo. E sarà cosi almeno sino a settembre quando un presunto nuovo sodalizio
farà probabilmente ripartire la macchina del calcio. Come e con chi ovviamente
non si sa. Questi giorni sono stati caratterizzati dai classici chiacchiericci
e dai classici scenari che queste situazioni pongono in essere. Non va
dimenticato, però, che la vicenda Taranto FC 1927 s.r.l. non si è ancora
tecnicamente conclusa. Oggi verrà discussa in tribunale un'istanza di
fallimento presentata da un creditore, vi è in essere un ricorso che la società
vuole presentare per rispondere alla sentenza di esclusione dal campionato.
Insomma ancora tante questioni da chiarire con gli occhi inevitabilmente
concentrati sul futuro.
Già, il futuro. Ma quale? Vi sono tantissimi copioni pronti
ad essere messi in piedi, proposti e immaginati. Di sicuro un minimo comune
denominatore c'è. La voglia impellente di voltare davvero pagina. Di rinascere
con una società che, finalmente, sia capace di una visione del calcio tarantino
diversa dal solito, capace di proiettarsi nel futuro, che dia nuovamente
dignità e senso di appartenenza, che sia davvero meritevole della nostra
passione e delle nostre attenzioni. Un concetto di calcio che altrove è stato
piantato e ha dato buoni frutti. E' proprio questo che il tifoso tarantino oggi
pretende e vuole. Non si tratta di vincere per forza. Si tratta di ritrovare
quella felicità e quella spensieratezza di sentirsi davvero tifosi del Taranto.