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Redazione MRB.it |
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Tempo di lettura: 2 minuti
Mestiere duro, quello del giornalista sportivo. Oggigiorno la professionalità richiede di saper masticare di ogni materia e, grazie a Dio, il Taranto ci ha sempre messo nelle condizioni di dover studiare ed approfondire non solo le norme che regolano la vita del calcio, ma anche codici di giustizia sportiva, di transazioni bancarie internazionali e, ultimamente, anche di diritto tributario.
Abbiamo capito che il Taranto è stato escluso dal campionato per non aver rispettato la scadenza federale di febbraio per il pagamento degli emolumenti e dei contributi dei suoi tesserati; oggi sono uscite le motivazioni del TFN e le tante chiacchiere fatte in questi giorni da parte dei protagonisti di questo scempio si sono sciolte davanti alla realtà dei fatti.
Essendo un argomento molto tecnico, come quello del diritto tributario, abbiamo interrogato l'intelligenza artificiale per riuscire ad avere un riassunto "for dummies" di tutto ciò che è accaduto. Dopo aver messo nel frullatore il dispositivo del Tribunale ecco una spiegazione semplificata di ciò che è accaduto. Spoiler: l'ultima frase è davvero clamorosa...
Cosa è successo?
Il 19 febbraio 2025, la società del Taranto FC 1927 ha presentato alla FIGC le ricevute di pagamento (modelli F24) relative a versamenti fatti il 17 febbraio 2025.
La società ha usato un metodo chiamato "compensazione orizzontale", cioè ha usato crediti d'imposta per pagare alcuni debiti fiscali.
Questi crediti d'imposta, però, non appartenevano alla società stessa, ma a un'altra azienda chiamata General Service S.r.l..
Quali crediti ha usato la società?
Eccedenze di ritenute su stipendi e assimilati. Imposte rimborsate dal sostituto d'imposta a seguito di assistenza fiscale.
Che documenti ha presentato la società?
Un accordo con la General Service S.r.l. firmato il 28 gennaio 2025, in cui si parlava di un meccanismo di surrogazione (cioè una sorta di passaggio di crediti tra soggetti). Il modello 770/2024 di General Service S.r.l., che avrebbe dovuto dimostrare l'esistenza dei crediti usati per la compensazione.
Cosa ha fatto la FIGC?
Ha chiesto chiarimenti all'Agenzia delle Entrate il 19 febbraio 2025. L'Agenzia delle Entrate ha risposto il 21 febbraio 2025, dicendo che l'operazione non è valida.
Perché l'Agenzia delle Entrate ha detto che non è ammissibile?
I crediti d'imposta possono essere usati solo da chi li ha maturati per pagare le proprie ritenute, e non per saldare debiti di altri o debiti diversi.
I crediti di General Service S.r.l. non risultano dichiarati ufficialmente (non ci sono nei documenti fiscali). La legge permette a un'azienda di pagare i debiti di un'altra (accollo del debito), ma vieta di usare crediti fiscali per farlo.
Conclusione
Secondo l'Agenzia delle Entrate, la società ha usato crediti d'imposta di un'altra azienda per pagare i propri debiti, ma questa operazione non è consentita.
Inoltre, i crediti usati potrebbero non esistere realmente, perché non sono documentati ufficialmente.