
![]() |
Maurizio Calò |
|
Tempo di lettura: 2 minuti
Ci sono fatti e situazioni che spesso tendono a creare dibattito, pensieri, confronti. Ci sono eventi che lasciano un segno importante e che aprono diversi scenari. Magari ingenerano riflessioni e comportano alcune concrete conseguenze. La nascita della Fondazione per lo sport jonico pensata e plasmata dal Commissario dei Giochi del Mediterraneo 2026 Massimo Ferrarese ha dato il via libera, probabilmente, ad un nuovo corso per lo sport di questa città e, in particolar modo, per il calcio. Ma attenzione. Non solo il calcio. C'è anche il basket, quello sport che a Taranto ha avuto una storia ed ha ancora una storia tutta da scrivere. Quella del CJ Basket Taranto.
Massimo Ferrarese è stato piuttosto chiaro parlando delle due criticità più evidenti del panorama sportivo jonico. Queste due criticità si chiamano Taranto calcio e CJ Basket Taranto. I due sport più seguiti, i due sport che in città riscuotono maggiore interesse per storia e per blasone. Certo, non esistono solo queste due realtà. La Prisma Volley è una certezza oramai consolidata dello sport tarantino cosi come altre società di altri sport. E' altrettanto evidente, però, che l'attenzione dell'opinione pubblica tarantina in particolar modo verso la squadra di calcio ( senza dimenticare quella di basket) è più forte.
Dalle parole di Ferrarese traspare una convinzione forte. Quella di cambiare il concetto di gestione delle società, di tornare ad un radicamento sul territorio più consistente e solido. Ripartire, cioè, dalle forze imprenditoriali di casa propria mettendo in campo passione, competenza e visione futura approfittando di un'opportunità più unica che rara. E questa opportunità si chiama Giochi del Mediterraneo con le sue strutture sportive in costruzione e quelle in fase di ristrutturazione. Con uno stadio nuovo, un palazzetto nuovo e altre infrastrutture cambia completamente la prospettiva. Può iniziare davvero un nuovo percorso. Certo ci sono aspetti da chiarire, questioni pratiche e strutturali della Fondazione da perfezionare. Una cosa, però, è certa. Si riparte dai privati con la speranza che le istituzioni locali e non solo capiscano l'importanza dello sport a Taranto. Una storia fatta di tanto cuore, tanti sacrifici e tanto sudore da parte di centinaia di persone che dietro le quinte lavorano spesso in condizioni difficili senza ritorni economici o pressoché nulli ma per solo amore dello sport.
Si spera che qualcuno nei palazzi del potere di questo territorio si renda conto di tutto ciò e finalmente comprenda seriamente e concretamente la straordinaria capacità dello sport di saper unire una città, di saper creare senso di appartenenza ad una comunità e non trattando questo settore come marginale e inutile. Ai futuri amministratori il compito di smentirci positivamente.