
Giuseppe Giovinco - foto Luca Barone
Giuseppe Giovinco - foto Luca Barone
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Redazione MRB.it |
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Giuseppe Giovinco ha raccontato a Contropiede un passaggio particolarmente significativo della sua vita professionale e personale: quello che lo ha portato a Taranto, città che è riuscita a conquistarlo profondamente, ben oltre il rettangolo verde.
«Taranto ha rappresentato un capitolo importante della mia carriera e della mia vita», ha esordito Giovinco, ripercorrendo le scelte che lo hanno portato al Sud. Dopo l'esperienza a Renate nel 2020, in pieno periodo post-Covid, la sua priorità era restare vicino casa per motivi di sicurezza e stabilità. «La scelta di stare vicino casa era solo ed esclusivamente per il fatto che, se avessero ribloccato i campionati, io comunque mi sarei trovato vicino casa e sarei potuto tornare dove abitavo», ha spiegato.
Ma qualcosa è cambiato nel finale di quella stagione: «Verso il finale di stagione 2020 hanno iniziato a riaprire gli stadi e a far tornare la gente. Dopo i quarti di finale di playoff, la prima cosa che ho fatto è stata chiedere al mio procuratore di portarmi in una società del Sud. Avevo bisogno del calore, dell'adrenalina, di tante cose per il mio modo di giocare».
L'estate ha poi portato il nome del Taranto sul suo cammino. E da quel momento, qualcosa si è acceso: «Sin dal primo giorno è stato un rapporto speciale, perché hanno dimostrato nei miei confronti un affetto importante, cosa che non avevo mai ricevuto prima. Ho avuto la fortuna e la bravura di fare bene, quindi si è instaurato un rapporto che non so spiegare».
Oltre al calcio, è stata la città stessa a conquistarlo: «Mi sono trovato benissimo. Taranto è stupenda, ha tanto da offrire e non è sponsorizzata nella maniera giusta. Chi non c'è stato ha una concezione totalmente sbagliata della città e di quello che può offrire. Questo mi dispiace».
Infine, il legame umano: «Indipendentemente dal calcio, ho conosciuto persone importanti, che faranno parte della mia vita. Taranto, nel mio cuore, ha un posto importante».